Mega-confisca a Zangrillo, l’on. Trano: “Necessari paletti antimafia sui finanziamenti”

C’è un uomo che abita a pochi chilometri da casa mia. Nel corso del tempo il suo nome è comparso in molte attività commerciali. Il suo successo si è dilatato a dismisura tra Formia e i centri vicini: società, terreni, proprietà immobiliari.

Un impero che la D.I.A., indagando, ha indicato come frutto di attività criminali che vanno dal riciclaggio al narcotraffico. Si chiama Vincenzo Zangrillo.


E oggi apprendo che la Corte d’Appello di Roma ha confermato la confisca di quel patrimonio fatto di immobili, società e conti bancari e stimato in oltre 22 milioni di euro. Zangrillo è considerato legatissimo ai Casalesi, il gotha della mafia campana, e mi gira in testa una domanda, una di quelle cattive, una di quelle che fanno paura.

Quante aziende “sporche”, quante aziende di mafia in queste settimane stanno preparandosi ad assaltare la torta dei finanziamenti che il Governo ha predisposto? Quanti colletti bianchi hanno seguito i lavori parlamentari per capire quanto sarà forte la rete dei controlli?

Con i miei colleghi in Commissione Finanze avevamo predisposto un protocollo per bloccare ogni tentativo di infiltrazione.  Lo abbiamo composto seguendo i consigli del procuratore antimafia Cafiero De Raho e dei capi delle Procure di Milano e Napoli, Greco e Melillo. Il governo non ci ha seguiti, ha predisposto una semplice auto-dichiarazione per i finanziamenti alle aziende. Questa scelta è stata duramente criticata da associazioni antimafia, magistrati e ha trovato eco sui media.

Non finisce qui, però. In ogni sede, in ogni momento io continuo questa battaglia. Le confische dei beni mafiosi sono fondamentali ma non bastano. Tutti i Vincenzo Zangrillo devono sapere che lo Stato c’è, che siamo più bravi di loro a creare ricchezza seguendo le regole. Nelle prossime ore attiveremo una serie di iniziative per fare pressione sul Governo. I mafiosi e i loro colletti bianchi non devono nemmeno sentire l’odore dei soldi pubblici”.

A dichiararlo Raffaele Trano, presidente Commissione finanze alla Camera.

 

In data 21 luglio 2020 arriva la richiesta di rettifica da parte dei legali di Zangrillo che riportiamo in forma integrale di seguito:

“Egr. Direttore,
nell’interesse di Vincenzo Zangrillo che sottoscrive la presente a conferma del mandato, si rappresenta quanta segue. In data 29.5.2020 è stato pubblicato un articolo sulla Vostra testata on Line, ancora visibile (https://www.h24notizie.com/2020/05/29/mega-confisca-a-zangrillo-lon-trano-necessari-paletti-antimafia-sui-finanziamenti/), in Cui viene riportata pedissequamente la nota che l’on. Trano ha divulgato lo stesso giorno sul suo sito internet e profili social ufficiali.
Nel suddetto comunicato il deputato associa Vincenzo Zangrillo alla camorra, attribuendogli addirittura un ruolo apicale – il gotha della mafia campana- e allude al fatto che i beni confiscati con decreto di Corte di appello siano beni mafiosi. Queste dichiarazioni sono destituite di fondamento e per questo Vincenzo Zangrillo, difeso dalla scrivente, ha sporto denuncia querela per diffamazione contra l’onorevole Trano.
Invera i Giudici delle Misure di Prevepzione capitolini hanno confermato la confisca dei beni a Zangrillo perché si sostiene abbiano provenienza illecita per delitti contro il patrimonio giammai per appartenenza ad un’associazione di stampo mafioso. Peraltro il decreto e stato impugnato e si è in attesa di fissazione di udienza in Cassazione. Giova ribadire che seppur vi sia un interesse pubblico a divulgare le dichiarazioni di un parlamentare anche se diffamatorie, vi e comunque da parte del giomalista un obbligo di veridicita’ ed un dovere di continenza; del resto non vi e alcun pubblico interesse a diffondere una notizia falsa. Si auspica allora che aggiorniate la notizia indicando che l’on. Trano per questo comunicato è stato denunciato da Vincenzo Zangrillo perché ingiustamente associato alla Camorra.
Nel caso in cui vengano disattese queste richieste, si procederà ad adire le Autorità competenti”.