Migranti da Lampedusa, Alleanza per Latina: “Tamponi andavano fatti prima del trasferimento”

An 18th Medical Group Airman places a COVID-19 test sample into a sealed container at Kadena Air Base, Japan, March 20. Under the most current guidance from the Centers for Disease Control, the 18 MDG has increased its testing for the disease. Those who are tested become Persons Under Investigation (PUI), are contacted by Public Health, placed into isolation and instructed on how to avoid spread of their illness to family members in the home. Public Health interviews the PUI and develops a list of “close contacts” who are then called and given instructions to quarantine for 14 days. A close contact is someone who lived with or cared for a PUI, had direct physical contact with a PUI, or shared eating utensils or had prolonged close conversation with a PUI. On average, lab results take 2-5 days to return. If results are negative, isolated and quarantined individuals will be notified and released. If results come back positive, quarantine for the close contact will continue for 14 days and isolation for the PUI will continue until the PUI is medically cleared. Someone who has had contact with someone deemed a close contact does not need to be placed in quarantine but should continue to practice social distancing. (U.S. Air Force photo by Senior Airman Rhett Isbell)

Non solo la Lega. Sulla questione dei migranti sbarcati nei giorni scorsi a Lampedusa e trasferiti in provincia di Latina interviene con decisione anche il movimento civico Alleanza per Latina.

“Una città che è sempre stata fin dalla sua nascita un modello di accoglienza e di integrazione, basti pensare agli anni 60 con l’arrivo l’arrivo dei profughi dell’est Europa e degli istriano-dalmati e poi negli anni 80 dei profughi polacchi, oggi si ritrova con la paura dello straniero”, scrivono da ApL. “I 12 casi di Covid  tra i 57 tunisini trasferiti nella struttura fieristica dell’ex Rossi Sud sono stati un pugno duro allo stomaco della nostra comunità. Una comunità accogliente, laboriosa e tollerante come lo è sempre stata fin dai tempi della Bonifica. Ma una comunità che, oggi dopo i duri mesi del lockdown, non può accettare il rischio di un’impennata di contagi importati da chi non fugge da guerre o persecuzioni, ma piuttosto sbarca nel nostro paese, come abbiamo visto in questi giorni, con barboncini e trolley al seguito.


Oggi questa situazione che ci è stata imposta dal Governo rischia di privare nuovamente la nostra popolazione della struttura del Santa Maria Goretti per far fronte a questi nuovi casi di Coronavirus, e al contempo vede una struttura fieristica inadatta ad ospitare 57 persone da tenere sotto controllo utilizzata come hotspot per i migranti.

A nostro modesto avviso, prima di trasferire queste persone nella nostra città per poi affidarle alle strutture di accoglienza, era necessario eseguire i tamponi al loro arrivo e al sbarco in italia e mettere subito in quarantena i positivi. Oggi invece sono qui a Latina con il rischio che, se non ci saranno controlli assidui da parte delle forze dell’ordine nelle strutture che li accoglieranno, potremmo trovarci più di qualche migrante positivo a spasso per la nostra città e per la nostra provincia”.