Salvini a Fondi: la voce dei contestatori

Non solo sostenitori, simpatizzanti e appartenenti alla coalizione di riferimento. Giovedì al comizio elettorale di Matteo Salvini nel centro storico di Fondi c’erano anche dei contestatori. Presenza passata tutt’altro che inosservata. E non tanto per l’entità dei dimostranti – circa 20 per le forze dell’ordine, una cinquantina a sentire gli interessati – , ma per le ripetute provocazioni a distanza del leader della Lega. Il quale a più riprese, microfono alla mano, tra l’approvazione dei sodali ha preso a sbertucciare il gruppetto che lo contestava: “Figli di papà”; “stiamo facendo le selezioni per Ciao Darwin”; “radical chic”; “gli unici immigrati che conoscono sono le donne di servizio che gli rifanno il letto”. Nulla di nuovo. Ignorando però una circostanza: a protestare per la sua presenza, non facendo mancare nel botta e risposta a distanza qualche offesa, non erano solo i “tipi sinistri” che tanto aborra.

Sparsi fra il tratto di Corso Appio Claudio prospiciente piazza Duomo, sede dell’appuntamento, e la vicina piazza Giuseppe De Santis, si trovavano manifestanti anti-Lega di diverse estrazioni politiche. Compresi elementi vicini al Movimento 5 Stelle e al centrodestra dell’aspirante sindaco di ritorno Luigi Parisella. Pur minoritario, insomma, un dissenso trasversale. Con buona pace degli stereotipi salviniani, che associano a una matrice rossa qualsiasi forma di disaccordo.


Ebbene: qual è stato il motivo delle proteste? Perché lo sparuto quanto eterogeneo gruppo di contestatori ha sentito l’esigenza di far sentire la propria voce, cercando di stagliarsi tra la folla accorsa ad acclamare il segretario della Lega? “Le ragioni che ci hanno portato in piazza a contestare la venuta di Matteo Salvini a Fondi sono quelle di chi crede che la politica non debba essere fomentatrice di odio, che l’onestà non possa essere un principio derogabile, che ama il proprio Paese unito e non lacerato da spinte secessioniste più o meno mascherate, che crede nella solidarietà, nell’uguaglianza e nella giustizia sociale”, hanno spiegato ad h24notizie dal comitato spontaneo ‘Fondi non si lega’, che raccoglie buona parte dei dimostranti. “Non ci piacciono i domatori da circo che pensano di poter ammaliare il popolo con slogan vuoti e che hanno il solo scopo di stimolare il basso ventre dell’elettorato e tirare fuori il peggio dalle persone”.

Dal comitato, ad ogni modo, tengono a sottolineare come la contestazione andata in scena giovedì non fosse unicamente rivolta a Salvini. Bensì “anche e soprattutto” al candidato sindaco Beniamino Maschietto. Ed ecco spiegato il motivo: “Ha accettato ben volentieri il sostegno del leader leghista mostrando il suo volto peggiore. Lo stesso volto di chi per 26 anni ha affamato questa città privandola di qualunque sostegno culturale ed economico e che oggi si ripresenta ancora una volta pronto ad eseguire sempre e soltanto i voleri ed i capricci del senatore Claudio Fazzone. Maschietto si rivela come l’ennesima marionetta pronta per essere manovrata dagli alti piani e senza alcuna volontà propria. Per la prima volta in quasi trent’anni la Fondi dei giusti ha alzato una voce di contestazione per dire basta ad un apparato politico che ha il solo scopo di portare avanti un sistema clientelare che non guarda all’interesse collettivo dei fondani, ma solo agli interessi dei loro sodali. Ora siamo stanchi di tacere, è giunto il momento del coraggio”.