Boom di richieste di ristrutturazione casa con il bonus 110%: ma davvero si ristruttura gratis?

Dopo che il testo definitivo del Decreto Rilancio è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale in estate, il numero delle persone interessate a saperne di più sulle possibilità offerte dal bonus 110% è salito vertiginosamente. Raccogliere tutte le info utili a comprendere entità e modalità di accesso a questo percorso privilegiato per la ristrutturazione della propria casa non è però semplice. Le informazioni in Rete si presentano infatti spesso farraginose e comprendere cosa effettivamente si possa o non si possa fare può diventare un’impresa.

L’importanza di confrontare diversi preventivi e soluzioni


La grande attenzione suscitata dal provvedimento governativo ha fatto sì che in moltissimi si siano attivati per richiedere il bonus, cosa che ha portato a un vero e proprio boom di contatti per effettuare preventivi sul portale Costo ristrutturazione casa. Qui, infatti, è a disposizione uno strumento interessante che consente a chiunque di effettuare delle simulazioni e dei confronti ad hoc – dopo aver compilato uno specifico form – tra diverse soluzioni proposte da aziende serie e qualificate. Il problema è che in moltissimi credevano di poter usufruire di quello stesso bonus per andare ad effettuare qualsiasi lavoro, sia in fatto di tipologie che di entità e costi. Ecco perché in questo approfondimento proveremo a fare un po’ di chiarezza e ad indicare tutto quel che c’è da sapere in merito a limiti, possibilità e passaggi clou di un provvedimento che è destinato a entrare nella storia e che punta a rimettere in moto un settore cruciale per la nostra economia come quello dell’edilizia.

Come funziona il provvedimento introdotto dal Decreto Rilancio

Senza dubbio c’è un elemento che è possibile definire come maggiormente ‘accattivante’ nel contesto del superbonus 110%. Si tratta della possibilità di ottenere subito lo sconto in fattura (quale soluzione alternativa alla cessione di credito all’istituto bancario): è la prima volta che si arriva a coprire con una detrazione fiscale – che viene recuperata in 5 anni – il totale del costo di intervento. L’arco temporale di riferimento per poter beneficiare di questa opportunità va dal primo luglio di quest’anno fino al 31 dicembre del 2021.

La regola d’oro che rappresenta anche il discrimine in merito ai lavori che possono essere fatti rientrare nel bonus riguarda alcuni interventi trainanti e di maggiore entità, come quelli per l’isolamento termico – a patto che riguardino almeno il 25% della superficie disperdente della casa – e la sostituzione dell’impianto termico con uno ad alta efficienza.

Vi sono dei limiti di spesa in relazione ai lavori trainanti, ad esempio per quanto riguarda l’intervento di isolamento termico la detrazione del 110% dovrà essere calcolata su una spesa di 50mila euro nel caso di monofamiliari o unità abitative indipendenti mentre il plafond sarà di 30mila euro per lavori all’impianto termico. Stando alle indicazioni del Decreto Rilancio, è inoltre possibile effettuare in abbinamento anche determinati lavori detti ‘trainati’. Tra questi alcuni degli interventi più interessanti e proiettati verso il futuro sono l’installazione di colonnine per la ricarica elettrica e l’installazione di pannelli fotovoltaici per un approvvigionamento energetico di tipo green. La possibilità di fare gratis i lavori dunque dipende dalla tipologia degli interventi stessi e dalla loro entità.

Quali sono i requisiti per accedere al bonus 110%

Il traguardo da raggiungere affinché si possa avere accesso al bonus è quello del miglioramento di due classi energetiche in relazione all’edificio (un condominio come una casa monofamiliare o una villetta a schiera). In merito alla documentazione da presentare, bisogna fare alcune precisazioni poiché la lista è piuttosto articolata.

Per prima cosa serve un Ape, acronimo di Attestato di prestazione energetica (sia prima dei lavori che successivamente all’intervento). Inoltre occorre il certificato redatto da un professionista abilitato – si parla di asseverazione – il quale si impegna a garantire che i lavori e le relative spese sono congrui, oltre al visto di conformità da parte di un commercialista. In particolare, la congruità delle spese verrà valutata alla luce dei prezzari delle varie Regioni e Province autonome, dei listini delle camere di commercio e dei normali prezzi di mercato a seconda del luogo e del contesto in cui ci si appresta ad effettuare gli interventi. L’asseverazione, peraltro, dovrà inoltre essere comunicata all’Enea.

Come funzionano sconto in fattura e cessione del credito

Abbiamo accennato al fatto che tra gli aspetti più interessanti del provvedimento del governo per favorire la ripartenza dell’edilizia c’è la possibilità di fare i lavori di ristrutturazione della casa cedendo il credito di imposta al 110% a banche e fornitori. Per quanto riguarda invece la modalità dello sconto in fattura, a praticare quest’ultimo è il fornitore stesso. Cosa succede? Egli si offre di fare i lavori in cambio di un abbassamento del corrispettivo (nel caso del bonus in esame è possibile azzerare il costo). Il credito del fornitore a questo punto verrà ceduto alla banca, che lo finanzierà per realizzare gli interventi di ristrutturazione.

E’ possibile effettuare la prima comunicazione per la cessione del credito, così come per lo sconto in fattura, dal 15 ottobre di quest’anno compilando la modulistica che è stata messa a disposizione degli utenti dall’Agenzia delle Entrate.

La mappa dei soggetti che possono accedere al bonus

La platea dei soggetti che possono beneficiare del bonus per i lavori di ristrutturazione è molto ampia. I lavori eseguiti in questo contesto green sono agevolati quando richiesti e programmati da persone fisiche che agiscano da privati, abitanti di un condominio, istituti per le case popolari (che programmino interventi in merito a determinati immobili già in loro proprietà o immobili che vengono gestiti per conto dei Comuni adibiti a ERP) ma anche onlus e organizzazioni che abbiano quale loro mission la promozione sociale e le società sportive di dilettanti (in merito ai lavori di adeguamento dell’area adibita a spogliatoi).

Sarà interessante infine sottolineare come il superbonus – inizialmente pensato solo per la prima casa – sia stato esteso anche alle seconde abitazioni. Restano ad ogni modo escluse dalle agevolazioni governative determinate categorie immobiliari: i castelli e i palazzi di particolare pregio storico o artistico, le abitazioni in ville e di tipo signorile.