Nuovo Dpcm, tutte le misure e le prime reazioni dei sindaci

Nuovo Dpcm, possibilità ai sindaci di chiudere strade o piazze per evitare assembramenti, palestre da adeguare entro una settimana ma restano fermi gli sport di squadra dilettantistici. Sono queste appunto alcune delle misure contenute nel nuovo Dpcm e già alcuni sindaci hanno deciso di farsi sentire. Ma andiamo con ordine.

Nel nuovo decreto di cui ha parlato ieri sera (18 ottobre 2020) il Premier Giuseppe Conte sono previste nuove misure per frenare l’impennata di contagi dovuti al Covid-19. Una stretta che parte dai locali. Tutte le attività che effettuano ristorazione, dai bar ai pub potranno aprire dalle cinque del mattino a mezzanotte. Consentita sempre fino alla mezzanotte la ristorazione con asporto. Il limite della sosta in piedi fuori dai locali è stata fissata per 18, dopo sarà possibile servire solo le persone sedute, massimo 6 per tavolo. I locali dovranno esporre un cartello contenente il numero massimo delle persone che possono essere ospitate.


Per quanto riguarda la scuola le nuove disposizioni entreranno in vigore da mercoledì. Passa la didattica a distanza per le superiori ma sarà alternata a quella di presenza. Per questo motivo è stata prevista anche la possibilità di rimodulare la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, “anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9”. Per le università i piani della didattica dipenderanno molto dal quadro territoriale rispetto la diffusione del Covid-19.

Le prove pratiche di guida sono state sospese. Sagre e fiere di comunità sono sospese fatta eccezione che per le manifestazioni fieristiche che hanno carattere nazionale e internazionale ma sempre ovviamente nel rispetto dei protocolli. Aperti cinema e teatri: è di 200 il numero massimo degli spettatori al chiuso di 1000 quello all’aperto. Congressi e riunioni solo in modalità a distanza a meno che non ci siano esigenze particolari per ragioni di pubblico interesse. Aperti saloni , centri estetici e parrucchieri ma restano in vigore ovviamente tutti i protocolli già messi in campo. Nei giorni scorsi sono già uscite tutte le disposizioni per le cerimonie come matrimoni e cresime e sono già scattate le prime sanzioni per chi non ha rispettato quanto previsto, in provincia di Latina per un matrimonio con oltre 80 invitati a Pontinia.

Lo sport resta sotto esame almeno per quanto riguarda le palestre e le piscine.  L’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere sono consentite “nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall’Ufficio per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana (FMSI), fatti salvi gli ulteriori indirizzi operativi emanati dalle Regioni e dalle Province autonome”. Una settimana di tempo ai gestori degli impianti per adeguarsi. Vietati gli sport di contatto non solo a livello amatoriale. Stop infatti anche  per le  competizioni  dilettantistiche provinciali. E’ però consentito ad esempio per chi pratica calcio o basket allenarsi a livello individuale all’interno delle società evitando quindi il contatto con i compagni.

Un “ruolo” particolare che sta facendo molto discutere è quello riservato ai sindaci. L’Anci ha già sollevato il caso rispetto a quello che sarebbe una sorta di “scaricabarile” per i Comuni in riferimento alla possibilità di aprire e chiudere strade e piazze in caso di assembramento.  “Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00” questo quanto riportato nel Dpcm. Una scelta quindi discrezionale dettata dalle singole situazioni. Ovviamente anche in caso di chiusure sarà comunque possibile accedere alle abitazioni e ai locali regolarmente aperti.

LE REAZIONI: 

Il sindaco di Monte San Biagio, Federico Carnevale dalla sua pagina Facebook ha commentato: “Se ritengono necessario coprifuoco lo dicano e lo applichino. Non scaricare responsabilità su sindaci. Il Governo nazionale non può minimamente pensare di scaricare sui sindaci funzioni e responsabilità, dopo mesi durante i quali il ruolo delle amministrazioni locali è stato a dir poco sottovalutato. Se il Governo valuta, come sembra che sia dal contenuto del DPCM, che la situazione in Italia sia grave e stia ulteriormente peggiorando come in altri paesi d’Europa, si assuma le sue responsabilità come hanno fatto altri governi europei. Se si valuta la necessità di una sorta di “lockdown notturno” che somiglia molto al coprifuoco, il Governo lo decreti e disponga chi, come e con quali forze deve effettuare i controlli. Basta con il gioco al massacro contro le amministrazioni locali. Non ho mai scritto è contestato niente su tutti i provvedimenti precedenti, ma ora abbiamo superato ogni limite.

Il sindaco di Latina Damiano Coletta con un tweet: “La situazione coronavirus è complicata richiede l’impegno di tutti. Hanno però ragione Antonio De Caro, Dario Nardella e gli altri sindaci a dire che il peso del coprifuoco non può essere lasciato solo ai Comuni”.