Minerva, niente sfratto per inadempimento

Alla fine, braccio di ferro vinto per la cooperativa Minerva. Con gli anziani ricoverati presso il Miracolle che tirano un sospiro di sollievo: nessuno sfratto per inadempimento nel saldo dei canoni di locazione, a carico della coop che gestisce la casa di riposo. Questo, per effetto della sentenza notificata il 13 novembre, a firma del giudice monocratico di Latina Laura Gigante. Una decisione che pone un punto fermo su una querelle spinosa, e che ha visto di fatto rispedite al mittente le istanze dell’amministrazione comunale, avanzate nel dicembre del 2018.

La dottoressa Gigante ha valutato il comportamento complessivo della cooperativa “non caratterizzato dalla deliberata volontà di sottrarsi ingiustamente al pagamento dei canoni e di tale gravità da giustificare una conseguenza così grave come quella invocata della risoluzione del contratto”. Sottolineando che “il predetto comportamento (…) esclude la colpa (elemento soggettivo) del conduttore nonché la gravità oggettiva dell’inadempimento (trattandosi di soli tre mesi poi saldati seppur in ritardo)”. Logica conclusione di quanto evidenziato, il rigetto della domanda di risoluzione del contratto proposta dal Comune. Richiesta Cce a certe latitudini era stata peraltro vista da più di qualcuno come una sorta di sgambetto di natura politica all’ex sindaco Antogiovanni, al quale la Minerva è considerata molto vicina.


“Pur nel rispetto istituzionale che ha sempre caratterizzato e sempre caratterizzerà l’agire di questa cooperativa, resta l’amarezza per una vicenda che ha destato non poche preoccupazioni, a noi, ai lavoratori, agli utenti e loro familiari”, commentano i vertici della coop. Per una vicenda, incalzano, “che si sarebbe potuta risolvere, come nel passato, con la semplice adesione alla nostra richiesta di compensazione dei crediti vantati per l’espletamento dei servizi con i debiti della locazione. Rinnovando la fiducia nella giustizia, ringraziamo l’avvocato Rossella Marrocco, che ha saputo presentare e difendere in sede di giudizio le nostre ragioni, con professionalità e competenza”.