La Cassazione annulla la confisca dei beni alla famiglia Zangrillo

La Suprema Corte di Cassazione, ha accolto il ricorso proposto dalla difesa di Vincenzo Zangrillo e dei suoi familiari, rappresentata dagli avvocati Giuseppe Stellato e Pasquale Cardillo Cupo, annullando la confisca disposta nelle precedenti decisioni adottate dal Tribunale di Latina e dalla Corte di Appello di Roma, rimandando gli atti indietro ad altra Sezione della Corte di Appello per nuova pronuncia. Alla base delle misure patrimoniali contestate, la ritenuta vicinanza dell’imprenditore Vincenzo Zangrillo al clan dei Casalesi.

“Abbiamo atteso qualche giorno a rendere nota la decisione della Suprema Corte, anche perché non lo ritenevamo necessario atteso che sino ad oggi dopo poche ore da ogni udienza arrivava puntuale un comunicato che evidenziava il sequestro o la confisca dei beni della famiglia Zangrillo”, spiegano con una sottile polemica dalla difesa. “Tuttavia con il passare dei giorni abbiamo pensato che questa volta, forse, il comunicato non sarebbe arrivato”.


“La procedura a carico di Zangrillo e dei suoi familiari è priva di ogni minimo elemento di fatto e di diritto per giustificare una confisca”, commenta Cardillo Cupo. “A carico dello stesso c’è un abuso edilizio di venti anni fa, e fondare su questo e mere illazioni un giudizio di pericolosità significa distorcere il senso delle misure di prevenzione”.

Soddisfazione, infine, è stata espressa dall’avvocato Stellato, che ora attende il deposito delle motivazioni della Suprema Corte sull’accoglimento dei ricorsi della difesa per poter sollecitare la nuova udienza in Corte di Appello, “nella convinzione di vedere presto restituiti alla famiglia Zangrillo i beni ottenuti con una vita di lavoro e di sacrifici”.