Omicidio Moretto, sottoposto subito allo stub Ermanno D’Arienzo

Perquisizioni, esami stub per cercare tracce di polvere da sparo, interrogatori di persone che potrebbero fornire qualche informazione utile alle indagini, esami delle telecamere di sorveglianza della zona del delitto e analisi del traffico telefonino in quell’area all’ora dell’agguato.

Sono gli accertamenti classici in vicende di questo genere quelli che stanno compiendo i carabinieri del Nucleo investigativo di Latina impegnati a far luce sull’omicidio del 50enne Fabrizio Moretto, detto Pipistrello, di Sabaudia, ucciso lunedì sera a due passi dalla sua abitazione in via della Tartaruga, a Bella Farnia.


Un delitto opera di un killer, che con un solo colpo di pistola calibro 7.65 ha centrato la vittima, che era in scooter, a una spalla, trapassandogli il cuore e non lasciandogli scampo.

La pista principale seguita dagli inquirenti è quella della vendetta per l’omicidio, a fine agosto, del 28enne Erik D’Arienzo, per cui il 50enne era stato indagato.

E non a caso, subito dopo l’uccisione di Moretto, i militari dell’Arma si sono precipitati a casa del 28enne, hanno sottoposto all’esame stub il padre, Ermanno “Topolino” D’Arienzo, noto pregiudicato di Latina da tempo stabilitosi a Sabaudia, e hanno perquisito l’abitazione.

Gli investigatori hanno inoltre perquisito l’abitazione del secondo indagato per la morte di D’Arienzo, Michele Mastrodomenico, un 50enne originario di San Felice Circeo e residente a Priverno, noto alle forze dell’ordine per stalking, tentata estorsione e spaccio di droga.

I carabinieri non si sbilanciano, ma sembrano avere già le idee piuttosto chiare sulla vicenda.

Tanto sull’uccisione di D’Arienzo quanto su quella di Moretto, che sembra fosse stato di recente minacciato pesantemente.

Il 30 agosto scorso il 28enne era stato trovato ai margini della Pontina, con gravissime ferite alla testa e a un braccio, ed era spirato al “Goretti” dopo una settimana d’agonia.

Moretto aveva riferito agli investigatori che l’amico era caduto dallo scooter e si era ferito, ma alla luce degli accertamenti medico-legali gli inquirenti non hanno avuto dubbi: D’Arienzo è stato vittima di un pestaggio feroce.

Moretto, sottoposto per via di una ferita a un braccio a un accertamento medico-legale e al quale erano stati sequestrati degli abiti e un casco per farli analizzare dai Ris, si è sempre ostinato a negare, come ritengono gli investigatori, di aver accompagnato il 28enne a un appuntamento rivelatosi una trappola e gli stessi familiari di D’Arienzo si erano scagliati pubblicamente contro di lui.

Mastrodomenico è stato invece indagato essendo stato l’ultimo a vedere il 28enne ancora in vita, in un pub, negando però di aver avuto delle discussioni con il giovane.

Inizialmente era stata ventilata l’ipotesi che a picchiare D’Arienzo, per un debito modesto di droga, potessero essere stati degli stranieri, ingaggiati da una potente organizzazione criminale.

Gli investigatori sembrano invece ormai orientati su una pista tutta locale, con una “lezione” degenerata proprio per un piccolo debito.

E chi voleva vendicare il 28enne avrebbe freddato Moretto, un 50enne col vizio della cocaina e piccoli precedenti alle spalle, come il furto di una caldaia a Sabaudia.

Un doppio caso che potrebbe trovare soluzione in breve tempo.