Slitta ancora la decisione sui 22 imputati nell’inchiesta denominata “Smokin’ fields”.
Davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma, Angela Gerardi, hanno discusso il pm, le parti civili e l’avvocato difensore Domenico Oropallo.
Per far parlare le altre difese e poi pronunciarsi, il giudice ha quindi aggiornato l’udienza al prossimo 5 maggio.
Sfruttando referti rilasciati da un laboratorio analisi compiacente, secondo la Direzione distrettuale antimafia di Roma, rifiuti inquinanti sarebbero stati spacciati per compost con cui fertilizzare i terreni e gli stessi sarebbero stati sotterrati in diversi fondi agricoli a Pontinia, Maenza, Sabaudia e Cori, in provincia di Latina, Roma e Ardea.
Una serie di illeciti, quelli contestati dagli inquirenti, che vedono al centro l’azienda di compostaggio Sep di Pontinia, su cui si sono concentrate le indagini dei carabinieri del Nipaaf e della polizia stradale di Aprilia, culminate con il sequestro di tre aziende, terreni e automezzi, oltre a un milione di euro considerato il frutto degli affari proibiti che avrebbero fatto fumare i campi agricoli, come evidenziato nel nome scelto per l’inchiesta.
A rischiare il rinvio a giudizio diciotto persone e quattro aziende, ovvero la Sep di Pontinia, la Sogerit sempre di Pontinia, e le romane Demetra e Adrastea.
I pm antimafia Alberto Galanti e Rosalia Affinito hanno chiesto un processo, tra gli altri, per Vittorio Ugolini, noto imprenditore impegnato nel settore dei rifiuti, e il figlio Alessio, al timone della Sep, per l’ex dirigente regionale Luca Fegatelli, già coinvolto nel processo “Cerronopoli” e diventato consulente di Ugolini, e per Sergio Mastroianni, titolare del laboratorio Osi di Isola del Liri, che analizzava il compost.