Patrimoni criminali, confisca definitiva per Migliorini

Confermata in via definitiva dalla Corte di Cassazione la confisca del patrimonio milionario di Bruno Migliorini, 75 anni, di Aprilia, abbondantemente noto alla cronache soprattutto per il reato di usura.

Era il 2015 quando la Guardia di finanza sequestrò il patrimonio del 75enne, ricostruendo la storia criminale dell’anziano, tra accuse di usura appunto, ricettazione, truffa, estorsione, esercizio abusivo dell’attività finanziaria e bancarotta fraudolenta.


Vennero messi i sigilli a immobili, quote societarie e conti correnti ritenuti il frutto di attività illecite, un patrimonio del valore stimato di 3,8 milioni di euro.

Sequestri di terreni e fabbricati compiuti ad Aprilia, Roma, Pomezia, Ciampino e Leonessa, di un’autovettura Mercedes, un motociclo Honda VF750C, 21 rapporti bancari e finanziari presso diversi istituti di credito e di quote azionarie di società con sede in Aprilia, Roma, Castelgandolfo e Saronno, operanti nel settore immobiliare, edilizio, finanziario e del commercio all’ingrosso e al minuto di prodotti alimentari.

L’11 ottobre 2017 il Tribunale di Latina ha disposto la confisca dei beni di Migliorini, un provvedimento confermato il 17 giugno 2020 dalla Corte d’Appello di Roma e ora dalla Cassazione, relativamente a 13 fabbricati e tre terreni intestati alla società Augusta immobiliare 55 srl, a un fabbricato intestato al 75enne, a quattro fabbricati intestati alla moglie, e alla totalità delle quote della società Augusta immobiliare, alle partecipazioni societarie, e a tutti i conti correnti riferiti ai tre soggetti.

“Nel decreto impugnato – sottolineano i giudici – vengono dettagliatamente esposti i precedenti penali e i procedimenti giudiziari ancora in corso a carico del proposto in relazione a reati di usura, di bancarotta fraudolenta e di ricettazione”.

Evidenziato poi che la proposta di confisca patrimoniale è stata accolta “in ragione della forte sproporzione tra i modestissimi redditi dichiarati dal prevenuto e dalla moglie e i beni accumulati nel tempo, ad eccezione di quelli acquistati prima dell’anno 2002 poiché ritenuti al di fuori del periodo di accertata pericolosità sociale”.

Per la Cassazione, infine, la Corte d’appello, “con valutazioni ampie ed argomentate”, “ha dato atto che il Migliorini si è dedicato per tutta la sua vita a reati di carattere lucrogenetico che hanno comportato la ingiustificata accumulazione patrimoniale di una ricchezza valutabile in circa 5 milioni di euro, nonostante il predetto non risulti avere mai svolto attività commerciale; che la società Augusta immobiliare 55 srl è una società di servizi; che il presupposto per l’applicazione di una misura di prevenzione non è un illecito, ma una condizione generale di pericolosità, non intesa come sembrerebbe fare il ricorrente come pericolo per l’incolumità di una generalità di persone, ma piuttosto come abitudine a vivere anche in parte dei proventi di attività delittuosa, desumibile anche da rapporti e frequentazioni ed elementi di prova indiziari tratti da procedimenti penali ancora non conclusi o definiti con epilogo assolutorio”.