L’Archivio storico dell’ex-carcere di Santo Stefano sarà versato all’Archivio di Stato di Latina

Carcere di Santo Stefano

Il carcere borbonico di Santo Stefano è legato alla memoria degli uomini che vi furono reclusi. Il penitenziario, completato nel 1797, ospitò alcuni tra i più importanti esponenti del Risorgimento italiano come Silvio Spaventa, Raffaele Settembrini e il figlio Luigi, “briganti” come Carmine Crocco e Giuseppe Musolino, anarchici come Gaetano Bresci e Giuseppe Mariani. Durante il Ventennio fascista vi furono rinchiusi molti oppositori politici, come Sandro Pertini, Umberto Terracini e Mauro Scoccimarro, padri dell’Italia repubblicana. Alla chiusura del carcere nel 1965, l’archivio del carcere fu trasferito presso la Casa Circondariale di Cassino.

Dal 5 maggio 2021, la documentazione dell’ex Carcere sarà versata all’Archivio di Stato di Latina, l’istituzione a cui compete la conservazione e la tutela dell’archivio, il cui patrimonio si arricchirà quindi con le carte di “Santo Stefano”. Il fondo è costituito da un rilevante carteggio, dalle lettere dei carcerati, dai fascicoli dei detenuti dell’ergastolo dal 1915 al 1965, dalle matricole dei condannati dal 1860 al 1910, una fonte preziosa, poiché contengono informazioni biografiche, dati biometrici e altri elementi che completano il profilo dell’individuo sottoposto alle varie sezioni della struttura carceraria, ma anche del suo contesto socio-familiare.


I progetti per il restauro e il riordinamento di questi documenti sono già finanziati dalla Direzione generale Archivi. La documentazione sarà poi digitalizzata per metterla in sicurezza, e per renderla fruibile anche da remoto, così come è avvenuto per i Fascicoli dei confinati di Ventotene e Ponza.

A tale risultato hanno contribuito l’impegno della Commissaria straordinaria per il recupero e la rifunzionalizzazione dell’ex carcere di Santo Stefano di Ventotene, On. Silvia Costa, e il concerto interistituzionale tra la Direzione generale Archivi e la Direzione generale della formazione del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.

Le operazioni sono state coordinate e gestite dal Direttore dell’Archivio di Stato di Latina, di intesa con il Direttore della Casa circondariale di Cassino. “Si tratta di documentazione di grande rilievo, la cui salvaguardia e futura fruizione da parte degli studiosi e del pubblico sono obiettivi fondamentali per lo studio e la memoria delle lotte per la libertà del secolo scorso e per la loro conoscenza da parte del pubblico e in particolare delle giovani generazioni: per questo siamo particolarmente orgogliosi di questo progetto, e il mio personale ringraziamento va a tutti coloro che vi hanno partecipato”, dichiara il Direttore generale Archivi Anna Maria Buzzi.