Tumore renale, l’ultimo intervento d’avanguardia dell’Icot

L’Icot di Latina si colloca come fiore all’occhiello della sanità laziale, non solo come centro di riferimento per la chirurgia ortopedica, per la quale vanta decenni di eccellenza, ma anche per la chirurgia urologica: l’Unità operativa complessa di Urologia, diretta dal professor Antonio Carbone si avvale, infatti, delle più recenti strumentazioni per la diagnosi e la cura delle patologie andrologiche e urologiche maschili e femminili distinguendosi per il trattamento mininvasivo del tumore della prostata, della vescica, del rene nonché delle patologie non oncologiche e funzionali dell’alto e basso apparato urinario.

Sei sessioni operatorie alla settimana consentono all’equipe urologica di rispondere prontamente ed efficacemente alla sempre maggiore richiesta assistenziale del territorio pontino e non solo: sono molti i pazienti che giungono dalle città e dalle regioni limitrofe.


L’istallazione nel 2020 del robot ‘Da Vinci’ ha permesso inoltre l’esecuzione di interventi complessi con maggiore rapidità e precisione, consentendo di eseguire operazioni sempre più delicate e divenendo ben presto punto di riferimento non solo chirurgico ma anche tecnologico per l’intero Polo Pontino Universitario.

Proprio mercoledì 30 giugno sono stati effettuati in contemporanea tre interventi di chirurgia maggiore con tecnica mininvasiva laparoscopica e robot-assistita. Tra questi è stato effettuato con successo un delicato intervento di nefrectomia parziale laparoscopica mininvasiva per tumore renale avvalendosi di una innovativa tecnica di anestesia peridurale che ha permesso di operare a paziente sveglia.

A una donna di 67 anni era stata diagnosticata una neoformazione renale destra e pertanto era stata posta indicazione a nefrectomia parziale; la condizione clinica di obesità, unità ad una compromissione cardio-respiratoria severa, rendeva l’anestesia generale estremamente rischiosa per la vita della paziente.

“L’innovazione e la complessità dell’intervento eseguito – spiegano dall’Icot – consistono in primo luogo nella scelta di effettuare una nefrectomia parziale laparoscopica, più delicata e complessa rispetto alla nefrectomia radicale, ma anche maggiormente conservativa ed in grado di preservare il rene e la sua funzionalità, cruciale per la salute della paziente in questione. In secondo luogo nell’utilizzo di una tecnica di anestesia peridurale innovativa che ha permesso alla donna di essere operata evitando le complicanze proprie dell’anestesia generale e di avere una più rapida ripresa ed un minor dolore post-operatorio”.

L’intervento è stato effettuato grazie alla collaborazione sinergica tra l’Unità operativa complessa di Urologia dell’Icot e l’Unità operativa complessa di Anestesia e Rianimazione (diretta dai professori Mattia Consalvo e Annamaria Palliccia) del medesimo nosocomio.