Alessandro Di Battista contro la Lega di Latina e non solo: “Questione morale sparita”

Alessandro Di Battista del M5S, con la delegazione di parlamentari delle minoranze che protesta contro la tagliola al Ddl costituzionale sulle riforme, raggiunge il Quirinale. Si tratta di un centinaio di senatori e deputati di M5S, Sel, Lega e Gruppo Misto, Roma, 24 luglio 2014. ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Una stoccata pesantissima quella lanciata sui propri social da Alessandro Di Battista, ex parlamentare Cinque Stelle oggi fuori dal Movimento ma probabilmente pronto a tornare in campo. Una stoccata politica alla Lega dopo la notizia dell’arresto di un imprenditore che avrebbe comprato dei voti nella campagna a Latina del 2021.
Ma un’accusa che Di Battista non lancia solo all’indagato eurodeputato Matteo Adinolfi, ma anche al leader della Lega pontina oggi sottosegretario all’Economia Claudio Durigon.
Che a Latina vi sia la mafia lo sanno anche i sassi. Che la mafia utilizzi la politica è storia vecchia. Ma il silenzio di fondo è roba moderna, modernissima, roba da pax-draghiana. Insisto. La questione morale è sparita. Ed è una tragedia nel paese della corruzione, della concussione e delle cosche che, soprattutto oggi con la crisi sociale ormai esplosa (chi utilizza solo il PIL per fotografare lo stato delle cose è un verme), fanno affari d’oro. Dell’assenza della questione morale ne è la prova l’incredibile permanenza al suo posto del sottosegretario all’economia Durigon, potente politico leghista di Latina.
Durigon ha preso il posto di Alessio Villarosa, una delle persone migliori che io abbia conosciuto in Parlamento. Durigon si occupa anche di recovery plan e, mi dicono, sia stato uno degli artefici dello stop al cash-back. Durigon mesi fa è finito nella bufera per via di una inchiesta di FanPage. Durigon è stato pizzicato a promettere nomine a destra e a manca e, soprattutto, ha detto che il generale che indaga sui milioni della Lega l’hanno piazzato loro. Non solo. Ci sono incredibili ombre sulla gestione del suo sindacato nonché su alcune frequentazioni dello stesso Durigon in quel di Latina.
E proprio a Latina sta indagando la Direzione Distrettuale Antimafia per quanto riguarda l’ipotesi di voto di scambio politico mafioso. Le vicende non sono collegate evidentemente. Tuttavia un altro politico leghista, l’europarlamentare Adinolfi, è sotto indagine per questo e stamattina è stato arrestato un imprenditore dei rifiuti. Per me (come disse Giuseppe Conte poche settimane fa) è una vergogna che Durigon faccia ancora parte del “governo dei migliori”. Spero di non essere rimasto l’unico a pensarla così. Gli esponenti del Neo-Movimento (forse per non disturbare l’idillio draghiano) ormai tacciono e non si sa che fine abbia fatto la mozione di sfiducia tanto sbandierata quando il caso Durigon esplose. Ovviamente spero di essere smentito e che verrà calendarizzata presto e che Durigon venga sfiduciato. Speriamo, non vorrei che i “grillini-draghiani” temano di dover prendere decisioni in caso di probabile bocciatura della mozione stessa.
Staremo a vedere. Quel che, ahimè, ripeto, è visibile, è la morte della questione morale. Non solo, sembra di essere tornati indietro di 20 anni, con un governo che fa le leggi per cancellare i processi e per ossequiare l’impunità. Il tutto mentre il popolo (comprensibilmente) dopo mesi di sofferenza festeggia per una vittoria sportiva. Un film visto e rivisto. Tranne per gli attori (o meglio le comparse) di questo successo dell’establishment chiamato “La restaurazione”. Una produzione pagata – di fatto – dal popolo italiano e resa possibile dall’ignavia di coloro che un tempo non avrebbero mai recitato con certa gente ma che oggi giustificano l’ingiustificabile per far parte dei titoli di coda!”