Lite sul simbolo Dc, arriva l’esposto sull’evento nazionale a Latina di oggi e domani

Non c’è pace per la Democrazia Cristiana, che pur non essendo più il soggetto politico egemone della politica italiana come era nella Prima Repubblica, continua a far parlare di sé, soprattutto solo per l’utilizzo del nome dello storico partito e del simbolo intramontabile con lo scudo crociato.

Sì, perché se da una parte per per qualche decennio si è parlato di come fosse morto il partito, ma non i democristiani, in Italia da sempre ci sono autorevoli politici e corrispondenti partiti che si sono richiamati alla tradizione della Dc, litigandosi anche per vie giuridiche il simbolo.


Adesso però, la Democrazia Cristiana organizza un incontro della direzione nazionale a Latina per il 16 e il 17 luglio e la Democrazia Cristiana presenta un esposto a Questura e Prefettura. 

In realtà anche richiamandosi allo stesso nome si tratta di due soggetti politici diversi, entrambi che avanzano la titolarità nel portare avanti lo storico percorso politico, ma con due siti web differenti e con due organigrammi contrapposti.

Coloro che hanno presentato l’esposto e che chiedono la diffida dall’utilizzo del nome e del simbolo, sono coloro che hanno intrapreso nel 2019 il percorso politico interrotto nel 1993 e con il quale si è riusciti anche a tracciare una sorta di giurisprudenza sul tema. Infatti, dopo l’autoconvocazione degli iscritti del 1993 (ultimo anno di tesseramento), la Dc storica ha formalmente ripreso vita e iniziato un percorso a suon di ricorsi che – come spiegano anche sul proprio sito web, impedisce a chiunque di utilizzare in modo improprio il simbolo o il nome del partito.

Da qui la battaglia, più che politica legale a suon di esposti culminata con l’evento di Latina.

A PAGINA DUE L’ESPOSTO PRESENTATO