“Il parco deve tornare a chiamarsi Mussolini”, la Cirinnà chiede le dimissioni di Durigon

Quasi ogni volta che il leader della Lega Matteo Salvini passa per il litorale pontino succede qualcosa di politicamente rilevante.

Difficile dimenticare l’estate 2019 e le parole pronunciate da Salvini in quel di Sabaudia che di fatto aprirono la crisi di governo cambiando gli equilibri della maggioranza a livello nazionale.


Due sere fa, Matteo Salvini è tornato in terra pontina, sul litorale di Latina per la raccolta firme per il referendum sulla giustizia, e anche se questa volta non sono state le sue parole a creare clamore, la polemica si è alzata comunque.

In tanti si attendevano che Salvini sciogliesse il rebus sul nome del candidato sindaco di Latina, lanciando il nome dell’ex primo cittadino Vincenzo Zaccheo, ma così non è stato.

A fare notizia, invece, tanto da essere ripresa da quasi tutti i media nazionali, la frase pronunciata dal numero uno in provincia e in regione della Lega: il sottosegretario all’economia del Carroccio Claudio Durigon.

Claudio Durigon, Sottosegretario Lega

Secondo Durigon il parco al centro di Latina dovrebbe tornare a chiamarsi con il nome di “Arnaldo Mussolini”, fratello di Benito e non con i nomi che adesso capeggiano in quel di Latina, ovvero dei Giudici Falcone e Borsellino (Qui il video della frase che sta suscitando polemiche).

Nel brevissimo intervento di Durigon, con cui ha lanciato la volata nel comizio al segretario nazionale Salvini, Durigon, rivendicava implicitamente come la scelta di cambiare nome al parco – da parte dell’Amministrazione Coletta – sia stato un presunto tentativo di cancellare la storia della città.

Una volta accesa la miccia, però, non si sono di certo placate le polemiche: prima l’intervento molto duro del sociologo Marco Omizzolo, poi quello di alcuni esponenti nazionali degli altri partiti che hanno accusato pesantemente l’esponente nazionale della Lega.

Monica Cirinnà, senatrice Pd

In particolar modo, la senatrice del Partito Democratico Monica Cirinnà ha commentato tale proposta come “indegna”, chiedendo pubblicamente al presidente del consiglio Mario Draghi di rimuovere Durigon dal ruolo di governo. Ma sulla questione è intervenuto a gamba tesa anche Eugenio Saita del Movimento Cinque Stelle che ha accusato la Lega di strizzare l’occhio alla destra estrema a poco tempo della tornata elettorale.

Non è la prima volta che i partiti politici opposti alla Lega, sia locali che nazionali, chiedono a Draghi – in modo più o meno esplicito – la testa politica del sottosegretario pontino, come avvenne dopo la video-inchiesta di Fanpage di qualche mese fa sull’Ugl.

Difficile al momento immaginare che, con un esecutivo costruito su infiniti pesi e contrappesi, Draghi abbia intenzione di sostituire il membro della Lega al ministero dell’Economia. Per di più per una frase che, per quanto possa essere considerata infelice, è da contestualizzare in un’ottica ormai di piena campagna elettorale. Al centrodestra, infatti, manca ancora ufficialmente il nome del candidato sindaco, ma il 3-4 ottobre si andrà alle urne e la città di Latina ha un grande valore simbolico per la coalizione di centrodestra, dove la Lega punta a diventare partito di riferimento.

A tentare di chiudere la polemica lo stesso Durigon che in risposta su Twitter a chi chiedeva lumi sulla vicenda ha provato a rispondere in moto netto e chiaro, seppur non smentendo ciò che aveva detto a Capo Portiere.