La polemica su Durigon che adesso rischia la mozione di sfiducia

Claudio Durigon

La famosa frase pronunciata dal sottosegretario della Lega l’altra sera a Latina, sull’idea di re-intitolare il parco di Latina oggi “Falcone e Borsellino” ad Arnaldo Mussolini, fratello del Duce è diventata una questione politica che manda in fibrillazione la maggioranza.

Certo, c’è la pausa estiva, e probabilmente, il silenzio assordante dello stesso Salvini che in un primo momento non è intervenuto sulla polemica, è sembrato proprio andare nel senso di voler cercare di far abbassare i riflettori.


Ma la situazione appare tutt’altro che tranquilla nella larghissima maggioranza dell’esecutivo Draghi. Proprio Draghi, chiamato in causa anche da diversi esponenti politici e associazioni, non ha detto la sua sulla questione. Probabilmente sta cercando di risolvere la questione a microfoni spenti, magari direttamente con il leader della Lega.

Intanto, dopo la presa di posizione dell’ex premier e oggi leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte, sulla vicenda, i pentastellati pensano ad una mozione di sfiducia per stanare la frammentazione nel centrodestra.

Mozione sulla quale lo stesso Partito Democratico e gli altri schieramenti di centrosinistra sembrano essere favorevoli qualora il sottosegretario all’economia Claudio Durigon non faccia un “passo indietro” o “di lato”. Della serie, o si scusa pubblicamente o ne chiediamo la testa.

Se il centrodestra fosse allineato potrebbe cercare di resistere al tentativo di sfiducia dell’esponente di governo, ma la verità è che non sembra sia così. Dagli ambienti di Forza Italia sembrano diversi coloro che non hanno apprezzato l’uscita del salviniano Durigon, tra cui anche il deputato azzurro Elio Vito che si dice pronto a votare la mozione di sfiducia chiunque la presenti se il sottosegretario non si dimette.

Alla fine, nel caldo torrido della politica italiana, sembra che l’esponente politico pontino abbia una sola chance di salvarsi: che la Lega faccia quadrato e che la pausa ferragostana sposti tutti sulle campagne elettorali locali, perché con il passare dei giorni, potrebbe non bastare neppure un clamoroso passo indietro a placare gli animi di chi vorrebbe detronizzare l’uomo forte della Lega in terra pontina.