L’occupazione da barzelletta in Regione, la richiesta di asilo alla Svezia: è Barillari-Cunial show

Tra provocazioni a ripetizione, proclami di battaglia contro i ‘poteri forti’, gaffe e imprevisti tutti da ridere, è sempre più uno show la politica messa in campo dal consigliere della Regione Lazio Davide Barillari, forte della recente accoppiata con la deputata Sara Cunial.

Cominciamo dall’ultima puntata: “Ci hanno obbligato ad uscire perché, guarda caso, hanno scovato proprio ieri pomeriggio (….) un dipendente regionale VACCINATO CON GREENPASS POSITIVO al covid, e dovevano procedere ad una sanificazione straordinaria urgente….“, ha scritto – testualmente – sabato pomeriggio sui suoi social istituzionali il consigliere della Pisana. “TV e giornalini che sono corsi ieri a urlare ‘occupazione dei novax della regione lazio’ non hanno detto una sola parola sul positivo vaccinato. Zingaretti dovrebbe solo vergognarsi. Ora siamo al consolato svedese a chiedere asilo politico“.


Insomma: l’occupazione del proprio ufficio da parte di Barillari, attuata a cavallo tra giovedì e venerdì insieme a Cunial per protestare contro l’entrata in vigore dell’obbligo di Green pass al lavoro, è terminata con un’inaspettata uscita di scena. Doveva essere a oltranza, non è durata nemmeno 24 ore. E dire che, a detta del consigliere regionale, per allontanarli sarebbe stata necessaria la forza. Peccato che il piano abbia avuto tutt’altra evoluzione. Particolare, quanto a tratti surreale. Ma facciamo un passo indietro.

Rimaniamo dentro” comunicava Barillari circa 13 ore dopo l’inizio dell’occupazione, intorno all’ora di pranzo di venerdì. “Lo facciamo per solidarietà con tutti quelli che non sono riusciti a entrare al lavoro. Rimaniamo a oltranza, finché la polizia non ci caccia. Anche se, a proposito di viveri, confesso che stamattina avevo messo in conto di andare al bar qua dentro a prendere un po’ di roba in più. Il fatto è che non mi hanno fatto entrare, perché non avevo il Green pass“. Rimbalzato pure al bar della Pisana, il malcapitato.

Passato non molto, il consigliere regionale ha dichiarato al Corriere della sera: “Abbiamo ancora dei panini, qualche snack, dell’acqua, tutto quello che serve per sopravvivere qua dentro il più possibile. L’ho detto nei comunicati precedenti, mi raccomando lo scriva correttamente: usciremo da qui solo se ci tireranno fuori con la forza ma lo faremo senza opporre alcuna resistenza“.

Stoici. Almeno in teoria, dato che proprio nella stessa serata di venerdì – prima che i morsi della fame li attanagliassero – la protesta solidale è stata interrotta: come anticipato decisiva, a detta di Barillari, la richiesta di lasciare l’ufficio per una sanificazione contro il Covid. Parafrasando una vecchia canzone: arrivederci barricate, ciao. Che fare di fronte al nuovo sgambetto tirato dai mefistofelici poteri forti? Arrendersi? Giammai. Ed eccoci dunque arrivare all’ultimo passo in ordine di tempo: sabato, ha fatto sapere il consigliere della Regione Lazio, la coppia di dissidenti politici animati dal furore anti-Green pass e anti-vaccino si è ritrovata a bussare al consolato della Svezia in cerca di asilo. Com’è finita? Ah, saperlo.