Nel sud pontino 75 giorni di acqua non potabile in due anni

Il conteggio che si trasforma in una denuncia pubblica è stato svolto da Confconsumatori

Il fenomeno della torbidità dell’acqua per gli utenti del sud pontino non accenna a migliorare e i cittadini continuano a ricevere nelle loro case acqua non potabile.

“Abbiamo monitorato attentamente la situazione degli ultimi due anni – spiega Franco Conte, responsabile provinciale di Confconsumatori Latina – con le relative ordinanze di non potabilità emesse dai sindaci dei comuni interessanti ed emerge che nel periodo in esame gli utenti hanno avuto una media di 75 giorni di acqua non potabile”.


I dati vanno dagli 89 giorni di acqua non potabile per il comune di Formia, ai 61 giorni per Minturno, ai 70 giorni per Gaeta e ai 76 giorni per Spigno Saturnia.

Il problema, secondo quanto spiegato nella nota di Confconsumatori è che Acqualatina con il problema della torbidità e della consecutiva non potabilità, di fatto non terrebbe fede al contratto di fornitura, spiegando come dovrebbe stornare dalle bollette i giorni in cui non garantisce il servizio.

“Ricordiamo che Acqualatina è obbligata a fornire acqua potabile e a fatturare il relativo costo, ma è un dato certo che il servizio fornito, almeno per i giorni coperti dalle ordinanze di non potabilità dei sindaci, non è conforme al contratto regolato dalle condizioni di fornitura e pertanto sarebbe necessario che il Gestore, sollecitato dai sindaci interessati, storni proporzionalmente ai giorni di non potabilità i costi applicati per la fornitura di un servizio inadeguato.”

Il problema della torbidità, infatti, dopo ogni pioggia di media intensità si ripropone coinvolgendo quasi tutti i centri del sud pontino compresi bacini di utenza importanti quali Formia, Gaeta e Minturno, ma non solo. Per questo da Confconsumatori spiegano:

“Alcuni sindaci del sud pontino si erano fatti carico di istanze volte proprio a trovare una soluzione al problema della torbidità e agli indennizzi che sarebbe opportuno riconoscere alla utenza ma ad oggi dobbiamo prendere atto che si è trattato solo buone intenzioni alle quali non sono seguiti fatti concreti. Chiediamo quindi alla parte pubblica di sollecitare realmente in sede di conferenza dei sindaci l’adozione di atti specifici volti a deliberare la corresponsione di un equo indennizzo a carico di Acqualatina ed in favore delle utenze oggetto del disservizio.”