Direttore del Parco, il Consiglio direttivo si spacca

Parco Circeo - centro visitatori, sentiero didattico

Il Consiglio direttivo del Parco Nazionale del Circeo è spaccato dopo la decisione di revocare in autotutela la deliberazione del 23 giugno sulla terna di nomi da proporre al Ministro per la Transizione Ecologica per la carica di direttore dell’Ente.

Quel provvedimento viene contestato in particolare dai consiglieri Vincenzo Cerasoli, vice presidente dell’Ente Parco e rappresentante del Comune di San Felice Circeo, Cesare Crova, consigliere del direttivo per le associazioni ambientaliste, e Roberto Lessio, consigliere del direttivo per il Comune di Latina, secondo i quali “presenta vizi di legittimità e abuso di diritto per le modalità e le motivazioni che assume, richiamando l’istituto dell’autorevoca in autotutela in modo improprio nella forma e sostanza”.


“Un atto – aggiungono – imposto con gravi forzature che scava ancora di più le divisioni nel consiglio e non solo.”

La delibera di revoca è passata con 4 voti contrari, un’astensione e tre voti favorevoli.

A quel punto il presidente, votando a favore della proposta da lui stesso presentata, ha fatto scattare il meccanismo del “voto doppio” di cui si può avvalere statutariamente nel caso di parità del Consiglio.

“Un comportamento grave che, al di là dello strumentale uso della retorica della “collegialità e unanimità”, invocata da Marzano – sostengono Cerasoli, Crova e Lessio – aggrava invece il clima teso e di contrapposizione tra consiglieri e anche tra gli enti locali del Parco che per la maggioranza, rappresentata nel consiglio direttivo, hanno votato contro Marzano e la sua delibera, che “cancella” mesi di lavoro e una graduatoria regolarmente formatasi.

Senza che quella delibera possa essere considerata un atto viziato nel merito, cioè divenuto inopportuno per sopravvenuti motivi di pubblico interesse, per mutamento della situazione di fatto, nonché per una nuova valutazione dell’interesse pubblico originario rispetto alla tutela dell’interesse pubblico come richiede la Legge 15/2015”.

I tre annunciano quindi che si rivolgeranno a tutte le sedi competenti, “a partire dal MiTE, che è il vero e solo organo di vigilanza e controllo del Parco, per chiedere di non ratificare questo atto, fino al Tar e non solo”.

E sottolineano: “In questo modo imbarazzante sul piano giuridico-amministrativo vengono “depennati” i tre nomi di prestigio nazionale, su cui il Parco si era già espresso e già approvati dal MiTE: il dott. Paolo Cassola (direttore uscente del Parco Nazionale del Circeo), l’Ing. Alfonso Calzolaio (direttore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) e il dott. Carlo Bifulco, (già Direttore del Parco Nazionale del Vesuvio e del Parco Nazionale dei Monti Sibillini)”.

“Marzano – specificano – di fatto accoglie così, come se fossero motivazioni di una sentenza del Tar, alcune considerazioni espresse da quattro concorrenti (guarda caso rimasti esclusi dalla selezione) su 32 partecipanti.

Osservazioni, non solo da noi, ritenute superficiali e prive di fondamento.

La revoca approvata in consiglio direttivo invece le fa proprie addirittura per “paura di un ricorso”, e in totale assenza di disposizioni di rango superiore e di carattere impositivo”.