Favori in cambio di voti, le indagini sulle elezioni 2020 a Terracina

Pierpaolo Marcuzzi

Dal posto di lavoro all’aiuto per il condono edilizio.

Una parte della campagna elettorale 2020 a Terracina, secondo gli inquirenti, sarebbe stata caratterizzata da promesse di voti in cambio di altrettante promesse di favori.


Un sistema che avrebbe avuto al centro l’ormai ex vice sindaco Pierpaolo Marcuzzi, arrestato dai carabinieri e dalle guardie costiere con l’accusa di falso ideologico, tentata truffa aggravata e turbativa d’asta, insieme a Emiliano Suffer, a capo della famiglia di giostrai che gestiva il luna park vicino al porto, accusato di tentata estorsione aggravata e istigazione alla corruzione.

Nell’ordinanza di custodia cautelare con cui ha disposto per i due indagati i domiciliari, il gip del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, precisa che dalle indagini svolte emerge a carico di Marcuzzi “uno scenario di promessa di utilità varie in cambio di voto”.

Il giudice sostiene che l’ex vice sindaco e ormai anche ex esponente di Fratelli d’Italia, essendogli state ritirate le deleghe ed essendo stato sospeso dal partito dopo l’arresto, “al fine di ottenere proprio vantaggio elettorale prometteva a terzi elettori direttamente e tramite interposta persona utilità consistenti in servizi e autorizzazioni amministrative del suo assessorato”.

Lo stesso si sarebbe recato di frequente presso l’ufficio elettorale del Comune a ritirare tessere elettorali che poi consegnava direttamente agli elettori.

In una conversazione intercettata, ha detto a un elettore che aveva bisogno della tessera: “Te la faccio io domani mattina e te la porto, tanto vado a farne altre”.

Fermato dai carabinieri mentre ne consegnava una, all’interno del documento è stato trovato dagli investigatori anche un bigliettino con cui l’amministratore di FdI invitava a esprimere per lui la preferenza.

Intercettata poi una telefonata da cui, secondo la Procura, emerge la promessa di una sanatoria in cambio del voto.

Un tecnico a Marcuzzi, parlando di un elettore: “Gli ho detto metti sti due voti che famo uscì subito il permesso per la sanatoria, gli ho detto guarda che se metti questi due voti qua che sta apposto”.

E Marcuzzi: “Ok”.

L’inchiesta va avanti.

Con venti indagati tra politici, dirigenti comunali, tecnici e imprenditori.