I Suffer, Marcuzzi e la paura della Tintari di perdere voti

Pierpaolo Marcuzzi

Non riuscendo a ottenere i permessi per il loro luna park nei pressi del porto, dopo essere stati bloccati dalla Capitaneria che aveva puntato il dito sull’occupazione abusiva di demanio marittimo, i Suffer avrebbero alla fine chiesto aiuto anche all’ormai ex vice sindaco Pierpaolo Marcuzzi.

Quest’ultimo avrebbe prospettato alla famiglia rom un’altra soluzione, per impiantare la loro attività in un’altra zona, ma davanti alle proteste dei residenti in quel quartiere la stessa sindaca Roberta Tintari, temendo di perdere voti in vista delle elezioni 2020, avrebbe deciso di bloccare l’operazione e di far fare marcia indietro a Marcuzzi.


Particolari che emergono dall’inchiesta del procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e del sostituto Antonio Sgarrella, che ha portato all’arresto di Marcuzzi, con le accuse di falso ideologico, tentata truffa aggravata e turbativa d’asta, ed Emiliano Suffer, con le accuse di tentata estorsione aggravata e istigazione alla corruzione.

Nel corso delle indagini, portate avanti dai carabinieri e dalle guardie costiere, è stata intercettata una conversazione tra Suffer e il presidente del consiglio comunale, allora assessore, Gianni Percoco, in cui Suffer sollecitava il politico affinché gli venisse rilasciata la concessione demaniale e quest’ultimo sosteneva che non poteva intervenire essendo coinvolti settori di competenza degli assessori Danilo Zomparelli e Luca Caringi.

Nella telefonata Percoco specificava che non era lui a frenare la pratica.

Sequestrato il luna park e non riuscendo a ottenere una soluzione da Percoco, Suffer avrebbe quindi chiesto aiuto a Marcuzzi.

Quest’ultimo, intercettato, dava indicazioni all’esponente della famiglia rom per ottenere i permessi utili a installare il luna park in un’altra area.

Dritte a cui faceva seguito una delibera di giunta per spostare il luna park.

A quel punto, però, i residenti nel quartiere si sono allarmati e hanno avviato anche una raccolta firme.

Abbastanza per far temere alla sindaca Tintari di perdere i consensi e di veder finire i voti suoi e di Fratelli d’Italia a Gianfranco Sciscione.

In una telefonata intercettata tra la sindaca e Percoco quest’ultimo sosteneva che l’operazione era stata fatta tutta da Marcuzzi e la Tintari diceva allora a Percoco di mandare Marcuzzi dai Suffer, facendo ritirare loro l’istanza per aprire il luna park.

Troppo alto il rischio, secondo la sindaca, in vista delle elezioni.

Tanto che specificava a Percoco che gente vicina a loro stava cambiando direzione.

Telefonata a cui seguivano quelle tra Percoco e Marcuzzi, con cui il primo invitava l’ex vice sindaco a mettere come scusa ai Suffer che serviva il parere della Commissione pubblici spettacoli e quindi conveniva loro ritirare l’istanza.

Da lì l’incontro tra Marcuzzi e Suffer e la discussione della vicenda tra il vice sindaco e il consigliere comunale Giuseppe Talone, anche lui di FdI.