Corruzione, ecco i settori più a rischio nell’Asl di Latina

Palazzo dell'Asl a Latina

Non solo concorsi. Non c’è solo il pericolo di qualche spintarella ai soliti figli di, come emerso nelle indagini che hanno portato al processo per due procedure di assunzione di amministrativi. I rischi di corruzione all’interno dell’Asl sono numerosi e vanno dai soliti appalti alle tristemente note liste d’attesa.

Dopo un lungo lavoro di analisi e di raccolta di dati, l’Azienda sanitaria li ha inquadrati e ha messo a punto anche le azioni da compiere per evitare che il malaffare infetti le strutture sanitarie. Un accertamento ampio, inserito nel piano triennale di prevenzione della corruzione e per la trasparenza appena adottato dall’Asl di Latina.


Il rischio più alto, in base al lavoro svolto per arrivare alla stesura del documento, è stato riscontrato, oltre che come ormai scontato nelle presidenze delle commissioni di concorso, nelle liste d’attesa appunto, negli appalti, nell’assegnazione e nella mobilità del personale, nella gestione dei contratti per la manutenzione di immobili e impianti e in quella dei contratti per la manutenzione delle apparecchiature elettromedicali, e nella presidenza della commissione gare d’appalto.

Settori particolarmente sensibili in cui è stato individuato un alto rischio corruzione sono poi quelli dei rapporti con i centri accreditati per la riabilitazione protesica, nelle proroghe di accreditamenti e nella valutazione delle fatture, nell’autorizzazione alla fornitura di protesi, nel controllo delle ricette presentate dalle farmacie, in quello delle prescrizioni mediche, nelle verifiche per l’accreditamento di strutture sanitarie, nei controlli nei canili e nella vigilanza nelle aziende contro il rischio di infortuni.

Ma lo stesso rischio è stato stimato anche in attività molto più interne all’Asl, come la medicina legale, i controlli interni e la stessa difesa processuale e le transazioni che riguardano l’Azienda.

Per porre argini robusti al pericolo della corruzione, l’Asl sta facendo ruotare il più possibile il personale, in alcune vicende particolari interviene direttamente il direttore generale ed è in corso la formazione dei dipendenti affinché ognuno si doti di sani anticorpi contro determinati fenomeni.

Le indagini sulla concorsopoli hanno lasciato però pesanti strascichi e a quanto pare a tratti si respira un clima di veleni.

Nello stesso pianto anticorruzione viene infatti specificato: “Quello che ci dispiace sottolineare è la determinazione di un clima interno accusatorio, sospettoso e diffidente nel quale viene redatto il presente Piano fatto di veleni e di un susseguirsi di lettere e/o “segnalazioni anonime e non” su presunte irregolarità o illiceità da parte di alcuni operatori nei confronti di altri che spesso risultano essere infondati, ma che comunque hanno richiesto attente verifiche anche da parte delle autorità giudiziarie”.