Tentato omicidio Bardellino, il titolare dell’autosalone dell’agguato: “Lontani da logiche criminali”

L’azienda Auto Buonerba S.r.l. è un’azienda storica di Formia a conduzione familiare, che poggia le sue radici nel duro lavoro di mio padre. Con spirito imprenditoriale e sacrificio papà ha realizzato il sogno che aveva fin da bambino, un autosalone, il suo autosalone. Questa breve premessa è fondamentale per chiarire quanto io e la mia azienda siamo lontani da logiche criminali. L’evento che ha visto protagonista il nostro collaboratore suo malgrado, è lontano anni luce dalla mia impostazione di vita. Da imprenditore, prima di assumerlo, avevo fatto tutte le verifiche che la legge mi consente e ancora oggi sono convinto della mia scelta e della sua estraneità alle illazioni che lo vedono coinvolto”.

A parlare è Gianluca Buonerba, amministratore unico dell’attività di via Ponteritto teatro martedì 15 febbraio del tentato omicidio di Gustavo Bardellino, nipote del fondatore del clan dei Casalesi, Antonio. Un misterioso quanto inquietante agguato a colpi di arma da fuoco su cui indagano i carabinieri, coordinati dall’Antimafia, entrata in gioco sia per le modalità mafiose dei fatti, con proiettili tra l’altro esplosi ad altezza d’uomo, che per la particolare parentela del 42enne dipendente finito nel mirino, attinto da una pallottola.


Presente al momento degli spari che hanno portato al ferimento di Bardellino, nella concessionaria d’auto con la mansione di addetto alle vendite e tornato al lavoro in tempi record, Buonerba mercoledì 23 è entrato pubblicamente in scena con una serie di puntualizzazioni finalizzate a scansare le ombre rispetto all’accaduto. Ad allontanarle da se stesso e dall’attività di famiglia, ma anche dalla figura di Gustavo Bardellino, a suo dire colpevole solo di portare un cognome pesante, ma persona e lavoratore modello.

Il titolare dell’attività del Sud pontino ha affidato le proprie parole ai social, con un post sulla pagina Facebook di Auto Buonerba: “Voglio mettere anche in risalto il pregiudizio, che ho visto in questi giorni, tutti sono pronti a giudicare una persona dal suo cognome e non da ciò che negli anni, ha dimostrato con la sua vita”, ha scritto l’imprenditore. “Gustavo Bardellino è incensurato, ma non ci sarebbe neanche bisogno di dirlo, purtroppo però viviamo in un mondo superficiale, in cui si giudica in modo ‘razzista’ una persona dal suo cognome e non dal comportamento quotidiano della persona stessa. lo ho lavorato per anni con questa persona ed intendo continuare a farlo perché ha dimostrato una lealtà ed una professionalità, che non ho trovato in altri collaboratori. Questa persona ha un cognome conosciuto in zona, ma che senso avrebbe precludere la possibilità di lavorare ad un giovane, solo perché ha un cognome conosciuto?”.

“lo sono un padre amorevole ed un imprenditore, figlio di imprenditore, che con onestà e lo ribadisco onestà e sacrificio svolge la propria attività professionale sul territorio”, ha continuato Buonerba. “Molti mi conoscono perché ho sempre messo la mia faccia nell’attività di famiglia, rispondendo in prima persona su eventuali problemi. Sono una persona semplice e sono sconcertato come tutti da quanto accaduto, perché eventi così cruenti io li ho visti solo nei film. Sarebbe stato semplice tacere, ma sto notando che molti stanno strumentalizzando qualcosa di orribile, solo per diffamare me, il mio collaboratore e la mia azienda, questo io non posso permetterlo, né tollerarlo senza gridare il mio disappunto”.

In questa azienda c’è più di una vita, c’è una reputazione, che può vantare decine di anni di attività e non può essere scalfita da un evento, anche se cruento. Confido nella solidarietà della cittadinanza, che deve capire quanto io sia ferito da tutto questo e soprattutto quanto noi tutti siamo lontani dal mondo criminale. Confidiamo nelle forze dell’ordine per fare chiarezza su quanto accaduto nel più breve tempo possibile”.

Il tentato omicidio nell’autosalone, i sospetti, lo sfogo di chi si sente nel mirino delle malelingue, la ricerca del sostegno della comunità di riferimento, la difesa di quel discusso dipendente che per per poco non finiva ammazzato davanti ai suoi occhi. Una lettera aperta che ha toccato una moltitudine di punti importanti, delicati. E terminata in una maniera apparsa piuttosto inaspettata, considerando le tematiche trattate in precedenza: da Auto Buonerba non si sono fatti mancare l’occasione per provare a vendere macchine. Terminato il j’accuse con annesse puntualizzazioni, il post si è infatti trasformato in una sorta di tentativo di ritorno alla normalità: “Vieni a trovarci per scoprire le tantissime offerte dedicate a Te. E scegliere la tua auto sempre desiderata!”, si legge in coda alla lettera aperta. Un invito seguito dai nomi e rispettivi recapiti telefonici del titolare dell’attività e del collaboratore vittima dell’agguato quasi letale.