Tensostuttura Covid a Formia, la denuncia sindacale: “Tutto spento e senza personale”

Tutto spento, senza medici, infermieri e personale ausiliario. Questa è la situazione della tensostruttura posizionata al ‘Dono Svizzero’ di Formia. Posizionata tardi e gestita peggio, costata ‘solo 400.000’ euro, ad oggi la nuova struttura adiacente al pronto soccorso che dovrebbe accogliere i pazienti positivi non ha personale dedicato ed è attivata ‘a chiamata’. In pratica il personale di turno in pronto soccorso avrebbe disposizione di chiudere una medicheria per andare nella tensostruttura, creando ulteriori disagi e rallentamenti ai pazienti ‘no Covid’“. Una denuncia che arriva dai vertici provinciali della Fials, la Federazione italiana autonoma lavoratori della sanità.

“Una situazione tragicomica se non fosse che a rimetterci, tanto per cambiare, è il personale e l’utenza”, rincarano la dose dal sindacato. “Primo perché in caso di arrivo di pazienti Covid un’unità si stacca dal pronto soccorso e si trasferisce da sola a prestare assistenza in tenda. L’utenza invece è sempre più incattivita ed indisposta dall’attesa per il rallentamento nello scorrimento tanto da prendersela con il personale sanitario con atti di violenza fisica e verbale”, come documentato più volte dall’organizzazione sindacale.


“Dalle graduatorie in essere per le assunzioni nessuno arriva a Formia, mentre l’unica unità ad arrivare da Latina sembrerebbe essere guarda caso un esponente di una sigla sindacale candidato in lista alle prossime elezione Rsu. Si ricorda all’azienda che ci sarebbe un regolamento per la mobilità interna che andrebbe svolta ogni 2 anni, cosa che non sta avvenendo, nella totale trasparenza dei dipendenti tutti proprio per evitare che vengano spostati solo pochi eletti. Il personale è al collasso e per gestire ulteriori 12 posti letto ci vogliono professionisti non chiacchiere. Come sindacato Fials non possiamo più tollerare questa mancanza di rispetto verso i lavoratori, reclamando assunzioni e servizio di sicurezza h24”.