Calandrini (FdI): “Al Ministero ignorano gravità questione su Giudice di Pace Latina”

Il sen. Nicola Calandrini (FdI)

Sulla questione della carenza di personale presso gli uffici del Giudice di Pace di Latina è intervenuto il senatore di Fratelli d’Italia di Latina Nicola Calandrini che in una nota ha accusato che al ministero ignorerebbero la situazione.

LA NOTA DI CALANDRINI


“Rispetto alle carenze del Giudice di Pace di Latina, oggi in Commissione Giustizia del Senato mi è arrivata la conferma che il Ministero ignora la gravità della situazione. In risposta alla mia interrogazione circa la mancanza di personale, mi è stato detto che c’è una carenza di solo il 20% rispetto alla pianta organica, quando la realtà è che ci sono 8 unità su 15 e di questi alcuni fanno parte di categorie protette, pertanto lavorano un giorno a settimana. Numeri che vanno ben oltre il 20% di cui parla il ministero.

Ho chiesto al sottosegretario Anna Macina di approfondire ulteriormente questi dati che si scontrano con quelli in mio possesso.

Presso il Giudice di Pace di Latina al momento risultano operativi 3 giudici, due per la sezione civile, ed uno per la sezione penale, per oltre 5000 contenziosi. Inoltre il Giudice di Pace di Latina è chiamato a coprire 17 comuni della provincia per 357.000 abitanti e 40.000 aziende.  Bastano queste cifre a comprendere come la situazione sia vicina al collasso.

In più la risposta pervenuta dal Ministero della Giustizia comprendeva anche le dotazioni organiche degli altri uffici giudiziari della provincia di Latina. Ebbene, è evidente che nonostante le assunzioni, il Tribunale di Latina, la Procura della Repubblica e l’ufficio NEP siano ancora sotto organico. Nello specifico, al Tribunale sono assegnate 116 unità su 156 necessarie, al NEP 26 su 38, mentre la Procura ha 49 persone sulle 56 previste dalla pianta organica.

A fronte di questa situazione mi sono dichiarato non soddisfatto della risposta ricevuta, considero lo stato delle cose inaccettabile, e mi riservo di approfondire la questione ulteriormente. Scriverò al Ministro della Giustizia Marta Cartabia per chiedere chiarimenti rispetto ad una risposta che sa di beffa in quanto basata su numeri palesemente errati rispetto alla realtà dei fatti.”