VIDEO – Stop agli scarichi fognari in mare, la ricetta di Golfo Vivo

Sversamenti fognari nel tratto antistante la Torre di Mola, liquami che finiscono puntualmente in mare attraverso un canale di scolo delle acque piovane ed aumentano in maniera consistente durante le piogge, o in concomitanza con i guasti all’impianto di pompaggio della vicina vasca interrata. Un problema attuale da tempo immemore, e non solo in quello spicchio di Formia, un paesaggio da cartolina tra i simboli riconosciuti della città, ma nell’intero Golfo e anche oltre.

Se su due piedi, la conseguenza di maggiore impatto sembra essere rappresentata dagli odori nauseabondi che si diffondono tutt’intorno in concomitanza con ogni nuovo scarico, invadendo l’aria con buona pace di passanti ed esercenti. Tuttavia, l’effetto ‘nascosto’ è ben più pesante: un inquinamento prolungato e ad ampio raggio, come facilmente immaginabile potenzialmente in grado di creare anche rischi di natura igienico-sanitaria, stato di cose già denunciato a più riprese alle autorità competenti.


VIDEO – Le interviste alle associazioni Io Amo Formia e Golfo Vivo

Come fare per tutelare territorio e cittadini? Per quanto riguarda l’area della Torre di Mola l’amministrazione comunale e Acqualatina sono al lavoro per trovare una soluzione da mesi, e hanno deciso di muoversi su due piani: prima largo a un intervento immediato, una sorta di tampone, poi a uno a medio e lungo termine. Un piano d’azione che però secondo Golfo Vivo, una delle realtà associative da anni in prima linea sulla questione, per essere davvero funzionale e valido dovrebbe essere riveduto e corretto. Guardando anche alla riviera romagnola, dove una problematica del tutto simile è stata messa da parte in maniera definitiva con la predisposizione di un progetto divenuto un esempio da seguire  a livello mondiale, tanto da essere addirittura lodato dall’Onu.

Per tracciare le linee della possibile strada alternativa, nei giorni scorsi l’associazione presieduta da Giovanni Castorina ha scritto al sindaco Gianluca Taddeo e all’assessore all’Ambiente Eleonora Zangrillo, nonché al presidente della provincia Gerardo Stefanelli. Una missiva focalizzata a fornire proposte e spunti riguardo ognuno dei due piani d’intervento. A cominciare da quello tampone predisposto dal tandem Comune-Acqualatina, che vede la prosecuzione degli interventi di potenziamento dell’impianto di sollevamento, con l’installazione di due ulteriori pompe, da sommare alle tre finora a servizio del sistema: “Non basta avere a disposizione cinque pompe per avere migliori prestazioni da parte di questo impianto”, dicono da Golfo Vivo.

Il motivo? Abbastanza semplice: “Negli interventi a guasto ai quali abbiamo assistito, da settembre 2021 in poi, nonostante fossero presenti tre pompe sommerse, l’evidenza ha mostrato come venisse sottoposta alla manutenzione solo una pompa, per la presenza di stracci che ne impedivano il funzionamento, e sempre la stessa. Quindi, se non si provvederà ad un piano di manutenzione preventiva, avere a disposizione cinque pompe non cambierà l’attuale situazione di criticità dell’impianto, e l’investimento di 450mila euro diventa uno spreco di denaro pubblico. C’è poi da evidenziare che la manutenzione degli impianti fognari è già pagata dagli utenti in bolletta. Questa manutenzione preventiva diventa ancora più importante per impianti che possono arrecare danno all’ambiente, come quello in oggetto, che può versare liquami non depurati direttamente a mare”.

“Inoltre è indispensabile un sistema di misurazione del livello del liquido nella vasca interrata, opportunamente visionabile sia in sito che con telecontrollo”, evidenziano dall’associazione. Chiedendo, dunque, “che con i previsti lavoro di potenziamento dell’impianto sia implementato un sistema di monitoraggio visivo del livello della vasca interrata disponibile in sito a tutti i cittadini e una serie di allarmi che segnalino il raggiungimento prima di un livello di guardia e poi di un livello di allarme prima che venga interessato il troppo pieno che scarica a mare. Tale monitoraggio risulta essere già disponibile ad Acqualatina con la sola modalità di telecontrollo”.

FOTOGALLERY – Un problema vecchio di anni

 

“La presa di coscienza ambientale – sottolinea nella missiva il presidente Castorina – è fondamentale per una partecipazione di tutti i cittadini al recupero e alla tutela dell’ambiente, ciò è particolarmente importante nel rione di Mola, sottoposto a tanti anni di sversamenti fognari nella darsena della Torre, condizione che ha determinato una progressiva sfiducia dei cittadini nei confronti di chi dovrebbe tutelare l’ambiente. Questi strumenti possono quindi contribuire a infondere nuovo interesse, partecipazione e fiducia nelle istituzioni”.

Ma la parte maggiormente degna di nota del documento inviato ai piani alti del palazzo comunale riguarda il secondo livello di intervento, quello a medio e lungo termine. “Per garantire uno scarico a largo di acqua depurata è necessario utilizzare un adeguato impianto di depurazione, che avrebbe un costo notevole e sarebbe di difficile localizzazione in un’area turistica di interesse anche archeologico come quella della Torre di Mola”, sottolineano da Golfo Vivo. Ci sarebbero però altri metodi per risolvere il problema alla radice: “Siamo fiduciosi che il Comune e il presidente della Provincia di Latina possano prendere in considerazione il miglioramento della rete di fognatura, che come affermato da Acqualatina è ora di tipo ‘misto’ e quindi, in caso di forti piogge, determina grandi sversamenti in mare di massa fognaria, con relative condizioni igieniche di non balneabilità. Azioni di miglioramento sugli impianti fognari già adottate da altri comuni italiani, come il Comune di Rimini, che prestano attenzione alle condizioni del mare usufruito dai propri cittadini e dai turisti”.

In caso di attuazione di un progetto d’ampio respiro che ricalchi quanto predisposto a Rimini, si andrebbe ad intervenire con una separazione delle acque fognarie da quelle quelle meteoriche, che a differenza delle altre continuerebbero a scaricare direttamente in mare. “Un modo per evitare la continua contaminazione del mare, dovuta proprio al sistema ‘misto’ di fognatura che c’è anche da noi”, rimarca il presidente di Golfo Vivo. “Un progetto simile deve interessare anche tutto il bacino del Golfo di Gaeta, non solo l’area della Torre di Mola. Indubbiamente è difficile, ma come ha dimostrato Rimini non è impossibile”.