Intestazioni fittizie per favorire i D’Alterio: tutti assolti

Assolti perché il fatto non sussiste i presunti prestanome dei D’Alterio.

Nell’ambito delle indagini sulla società “La Suprema srl”, impegnata nel trasporto di ortofrutta da e per il Mof, la Dda di Roma aveva chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio di Giuseppe Salemme, 35enne di Fondi, e di Matteo Simoneschi, 35enne di Pontinia, con l’accusa di trasferimento fraudolento di valori compiuto al fine di consentire a Giuseppe D’Alterio, da tempo ritenuto referente del clan dei Casalesi nella Piana, e ai figli Luigi, Armando e Melissa di eludere le norme sulle misure di prevenzione, essendo considerati questi ultimi i reali titolari della società di trasporti e dei beni aziendali e i percettori dei profitti dell’attività dell’azienda.


Nello specifico i due erano stati accusati di essersi fatti intestare fittiziamente le quote societarie.

Sotto accusa, per autoriciclaggio, era finita poi la stessa società “La Suprema”, nella persona del legale rappresentante, Mauro Di Marino, di Roma, ipotizzando che i beni acquistati con i profitti derivanti dal reato di intestazione fittizia e di illecita concorrenza con violenza e minaccia fossero stati impiegati nell’esercizio dell’attività imprenditoriale.

Salemme e Simoneschi, difesi dagli avvocati Giulio Mastrobattista e Domenico Oropallo, sono però stati assolti dal Tribunale di Roma perché il fatto non sussiste.

E la stessa società per il Tribunale non ha compiuto illeciti.