Estorsioni, la Cassazione accoglie il ricorso di Ferdinando Ciarelli

La prima sezione della Cassazione ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Pasquale Cardillo Cupo in favore di Ferdinando Ciarelli, figlio del capoclan di etnia rom di Latina Carmine Ciarelli, ed ha annullato il rigetto della terza sezione della Corte di Appello di Roma, che negava la riduzione della pena per due estorsioni commesse nel 2005 e per le quali era stato condannato dal Gip del Tribunale di Latina.

La difesa chiedeva la riduzione della pena inflitta perché, secondo il legale di Ciarelli, le estorsioni commesse erano parte di “un più ampio disegno criminoso, già giudicato con il procedimento Caronte con condanna a 6 anni e 8 mesi per associazione a delinquere e usura, ragione per cui le pene andavano riunite e ridotte essendo evidente la continuazione tra le stesse”.


La terza sezione della Corte di Appello non aveva condiviso la richiesta della difesa, rigettandola perché ad avviso dei magistrati di piazzale Clodio non vi era continuazione alla luce del diverso arco temporale e l’evidenza di una maggiore pericolosità. Di diverso avviso gli ermellini, che hanno invece accolto le doglianze di Cardillo Cupo e restituito gli atti ad altra sezione della Corte di Appello per una nuova decisione.