Convegno sulle marocchinate: “Un successo, ma dall’Anpi comportamento incommentabile”

“Un grande successo per il convegno dal titolo ‘Dossier segreto dei crimini francesi – Le marocchinate’, proposto dall’Associazione Nazionale Vittime delle marocchinate nell’ambito della manifestazione ‘1940-1945: la guerra degli italiani’ e che si è svolto ieri pomeriggio, venerdì 17 giugno, a Latina, nella sede della Casa del Combattente”. A renderlo noto, è il sodalizio organizzatore.

Il presidente nazionale dell’associazione Emiliano Ciotti, ha esposto il frutto delle sue ricerche e ha narrato le vicende delle cosiddette marocchinate, cioè le violenze compiute dalle truppe coloniali francesi ai danni della popolazione civile di Sicilia, Campania, Lazio, Abruzzo, Toscana, Sardegna, Liguria, Piemonte Val d’Aosta e sui crimini di guerra a danno dei militari italiani prigionieri nei campi di concentramento francesi, in Francia e Africa Settentrionale. In particolare, Ciotti ha citato documenti inoppugnabili provenienti dagli archivi pubblici.


“Unica nota stonata del bel pomeriggio di storia – dicono dall’associazione -, la presenza del presidente della locale sezione Anpi (Maria Concetta Checchini, ndr), con il classico fazzoletto al collo, che ha continuamente interrotto il relatore fino a quando non ha lasciato la sala, accompagnata dagli applausi del pubblico stufo delle interruzioni della donna”.

“Un comportamento incommentabile”, le parole di Ciotti. “La signora è venuta da casa con l’intenzione evidente di innervosirmi, ma non c’è riuscita e ha dovuto battere in ritirata dopo che il pubblico ha solidarizzato con me. Mi confronto civilmente e democraticamente con tutti cosa che forse la signora non è abituata a fare. Ho assistito tra il pubblico al convegno dell’Anpi inserito nella stessa manifestazione, che si è svolto lo scorso 30 aprile, ho ascoltato in rispettoso silenzio e, pur non concordando su alcuni passaggi storici, non ho interrotto o disturbato il relatore. Tornerò in futuro a Latina, io sono originario di Roccagorga, per altri convegni e dibattiti e per narrare ancora gli stupri e le violenze compiute dai magrebini francesi in questo territorio. Perché chi dimentica è complice e chi non si confronta non ha idee”.