Norme anticendio, il dubbio dei comitati sulla sicurezza dell’impianto SEP

I comitati chiedono all'amministrazione giudiziaria dell'impianto di compostaggio Sep di Pontinia se l'azienda (di recente destinataria di un finanziamento pubblico di 2 milioni) sia stata ammodernata in modo da rispettare la più recente normativa

La SEP di Pontinia

“Una nuova tegola potrebbe colpire l’impianto di compostaggio Sep di Mazzocchio (Pontinia). Il 26 luglio scorso è stato approvato il Decreto ministeriale n. 22A04489 che introduce nuove norme tecniche di prevenzione incendi per gli stabilimenti e impianti di stoccaggio e trattamento rifiuti.

Le norme entreranno in vigore a partire dal 9 novembre e tutti gli impianti dovranno apportare le modifiche richieste entro 5 anni dalla data di entrata in vigore del decreto.


Si tratta di norme molto tecniche che richiedono anche adeguamenti strutturali: si comanda ad esempio l’utilizzo di particolari tettoie per proteggere gli stabilimenti dagli agenti atmosferici; si obbligano i responsabili degli impianti ad adoperare particolari materiali per la costruzione delle pareti delle aree di stoccaggio; addirittura si prevedono limiti di altezza ed estensione per i cumuli di rifiuti stoccati e regole ferree regoleranno anche l’ampiezza dello spazio lasciato tra un cumulo e l’altro.

Visto il malfunzionamento della Sep che si traduce in continui miasmi – spiegano i rappresentanti dei comitati di Mazzocchio, Boschetto Gricilli Macallè e il Fontanile in una nota trasmessa nei giorni scorsi – ci sembra legittimo chiedere all’amministratore giudiziario Carmen Silvestri e al legale rappresentante dello stabilimento Massimo Merluzzi, se l’impianto sia già in regola con la più recente normativa. Se così non fosse saremmo di fronte a una doppia beffa – spiegano ancora i cittadini -. Da una parte avremmo un impianto da ammodernare dopo che sono stati spesi quasi 2 milioni di euro pubblici nel corso dell’ultimo anno. Dall’altra saremmo di fronte a uno stabilimento che produce miasmi, che solo nell’agosto 2020 ha preso fuoco e che risulterebbe non in regola con la più recente normativa antincendio. Visti gli ultimi casi di compost prima sparso su terreni privati e poi riportato nello stabilimento dopo il sopralluogo dei carabinieri forestali – concludono i cittadini riferendosi ai fatti di via Piscina Scura del luglio scorso- non siamo poi certi che tutto il compost prodotto dallo stabilimento possa essere considerato tale e che quindi non sia potenzialmente soggetto a facile combustione, il che aggraverebbe ancor di più la situazione”.