In ricordo della professoressa Maria Iodice

Hanno visto generazioni di studenti e cambiare il volto delle città ma mai è venuto meno l’amore per l’insegnamento. Questo era il lavoro degli insegnanti, dal nord al sud della provincia, il collante tra la società e la scuola. Una di queste insegnanti era la professoressa Maria Iodice. Leggiamo e volentieri pubblichiamo il ricordo del nipote, Lello.

“Il 7 ottobre di quattro anni fa si spegneva la Professoressa Maria Iodice. Come sarebbe piaciuto dire a lei, tornava al fianco dell’amato marito Antimo, veterinario innamorato del suo lavoro che dai primi anni Cinquanta fino alla pensione, scorrazzava con le sue inseparabili sigarette, per tutto l’agro  pontino nella missione complessa ed inebriante di sviluppare e curare il patrimonio zootecnico devastato dalla guerra.
Maria fu prima docente a Cisterna di Latina, poi a Cori, alla scuola di artiglieria contraerea di Sabaudia e ancora a Latina al Liceo scientifico Giovan Battista Grassi dove fu vice preside per anni. Insegnava italiano e latino o, forse, insegnava la vita ai suoi studenti che non potranno mai dimenticarla. Generazioni di giovani da formare con severità, si va ammesso, ma con l’amore viscerale per il sapere come strumento di libertà, di riscatto. Quella donna che proveniva dalla civiltà contadina del meridione, che aveva conosciuto l’oscenità della guerra, si spendeva quotidianamente per i suoi alunni, spronandoli a dare il meglio di sé in un’Italia che cambiava di decennio in decennio.
Sembra ancora di vederla entrare al liceo Grassi, con quel suo corpo minuto,  di una magrezza quasi inverosimile, sempre caparbia con la sua borsa e i compiti corretti con la matita rossa e blu.
La profonda amicizia con i colleghi, con la preside Lodato, altro indimenticabile pilastro di una Latina che, ahinoi, non esiste più.
Eppure, l’esempio più grande, indimenticabile gli ultimi otto anni della sua vita: una malattia devastante e degenerativa che, tuttavia, non hanno permesso di cancellare la dignità e l’amore di una donna nel cui corpo di bambina da sempre e per sempre ha albergato una montagna indeformabile, capace di donare se stessa senza confini nel lavoro e nella amata famiglia.
Ciao Maria, ovunque tu sia, sarai il nostro esempio. Buon riposo, lo meriti”.