Arte persiana e stencil: così Nafir racconta la rivoluzione dei giovani in Iran

L’urlo della rivoluzione iraniana contro l’oppressione del regime arriva fino in Italia, con le opere d’arte di Nafir: l’artista di Teheran il 19 febbraio sarà a Formia per l’inaugurazione della personale «Queens of liberty», ospite della Galleria «Davide Rossillo Contemporary», in via XXIV Maggio. Il vernissage, con ingresso libero, prenderà il via alle 16. Le opere  resteranno in esposizione fino al 25 marzo, dal mercoledì al sabato, dalle 15 alle 19.

Davide Rossillo, curatore ed esperto di street art, fondatore del Festival “Memorie Urbane” e del progetto artistico “25 Novembre.org” ha deciso di ospitare la personale di Nafir in un momento cruciale per l’Iran, travolto dalle proteste dei giovani contro il regime, scoppiate dopo la morte della 22enne curda Masha Amini, deceduta nelle mani della polizia morale che l’aveva fermata perché non indossava correttamente il velo.


Nafir con la sua arte sostiene la rivoluzione dei giovani iraniani e denuncia l’escalation di violenza del regime, fatta di arresti, processi sommari, torture, stupri e impiccagioni. Le sue opere sfilano nei cortei al grido “Donna, vita, libertà”. I suoi tappeti persiani contaminati con la street art, compaiono davanti agli stop e alle strisce pedonali in strada e “disturbano” la propaganda cercando di scuotere la popolazione alle ragioni di libertà e democrazia rivendicate dalla Generazione Z.

D’altra parte, sin dal 2008, questo giovane artista ha dichiarato «guerra» alla censura del governo iraniano e sin dal nome d’arte (Nafir vuol dire “urlo)” si contrappone al silenzio che spesso copre le ingiustizie subite dai più fragili, donne e bambini.

Ma le sue opere rappresentano un incontro, non uno scontro, tra generazioni. Le geometrie dell’arte tradizionale persiana, presente soprattutto nei tappeti, si fondono con le figure umane disegnate con la tecnica dello stencil. Corpi, sguardi, volti scoperti di donne e giovani coraggiosi si stagliano sulle trame del pregiato tessuto, che da convenzionale e prezioso oggetto d’arredo si trasforma in messaggio, in manifesto di denuncia. Così come fa il trittico «Inna», che rappresenta stavolta una ragazza ucraina realmente conosciuta da Nafir dopo l’inizio della guerra, e attraverso cui  l’artista prende posizione contro le violenze inflitte a donne, uomini e bambini in Ucraina.

Una mostra-evento di grande impatto a Formia, che è un unicum in Italia. Accanto all’indiscusso valore estetico e artistico, le opere di Nafir si fanno strumento di informazione e di denuncia contro le violenze e la guerra. L’arte si fa militanza.