Scavi archeologici, nuovo incontro tra Parco Aurunci e Università di Siena

Si è tenuto giovedì presso la sede del Parco Naturale dei Monti Aurunci, a Campodimele, un proficuo incontro tra il commissario Fiorello Casale, il direttore Giorgio De Marchis e i dottori Edoardo Vanni e Federico Saccoccio, archeologi dell’Università degli Studi per Stranieri di Siena.

L’incontro ha avuto come tema l’andamento delle attività di scavo archeologico in corso presso due importanti siti all’interno del Parco: Sant’Andrea e Campello Vecchio, tra Campodimele e Itri. I lavori, iniziati due anni fa grazie ad una convenzione tra l’Ente Parco e l’Università di Siena, con la collaborazione dell’associazione locale “Archeologia Diffusa”, hanno portato alla luce un insediamento tardo medievale e numerosi reperti risalenti all’epoca romana. Le testimonianze rinvenute confermano l’importante ruolo strategico svolto dagli insediamenti sui Monti Aurunci nel corso della storia.


“L’attività di scavo, che riprenderà a luglio, è di fondamentale importanza per ricostruire la stratificazione storica del nostro territorio”, ha affermato Casale. “La conservazione della natura non si limita alla tutela della biodiversità e del paesaggio, ma abbraccia anche la salvaguardia della memoria storica. In quest’ottica, il Parco intende offrire il proprio pieno supporto ai ricercatori, anche attraverso l’organizzazione di una giornata dedicata all’archeologia a fine luglio”.

La giornata, in programma per la fine del mese di luglio, includerà un’escursione guidata ai cantieri di scavo e un convegno per illustrare i risultati ottenuti e gli obiettivi prefissati per il futuro.

“Siamo entusiasti dei progressi compiuti finora, e non vediamo l’ora di condividere le nostre scoperte con il pubblico durante la giornata di luglio”, ha commentato il dottor Vanni. “La collaborazione con il Parco Naturale dei Monti Aurunci è davvero preziosa e ci permette di svolgere il nostro lavoro in un contesto unico e suggestivo”.

L’impegno congiunto del Parco Naturale dei Monti Aurunci e dell’Università di Siena dimostra l’importanza della sinergia tra enti e istituzioni per la valorizzazione del patrimonio archeologico e la promozione del territorio.