Lavoratore abbandonato con il braccio tranciato: mentre lotta per la vita, le reazioni

Lotta per la vita in un ospedale di Roma, il lavoratore agricolo che lunedì pomeriggio è stato abbandonato in strada senza un braccio, tranciato poco prima da un macchinario mentre lavorava in un’azienda nelle campagne di Latina. L’uomo, Satnam Singh, un 31enne di nazionalità indiana che nell’incidente ha riportato anche pesanti ferite agli arti inferiori, lavorava in nero e anziché essere soccorso è stato messo a bordo di un pulmino e scaricato come fosse immondizia nei pressi della propria abitazione. Accanto, in una cassetta di quelle utilizzate per la frutta e la verdura, l’arto mozzato. Un incredibile abominio denunciato dal sindacato Flai Cgil attraverso la segretaria generale di Frosinone e Latina Hardeep Kaure, e su cui stanno indagano i carabinieri. Intanto, non mancano le reazioni, soprattutto politiche.

IL SINDACO DI LATINA


Matilde Celentano

“Sono profondamente scossa e addolorata”, dichiara il sindaco di Latina Matilde Celentano in merito ai fatti avvenuti nella giornata di ieri e denunciati dal sindacato Flai Cgil. “Questo episodio rappresenta una violazione dei diritti umani fondamentali, della dignità umana e delle norme inerenti la sicurezza dei lavoratori. È inaccettabile che si verifichino situazioni del genere: il luogo di lavoro deve essere un ambiente sicuro e rispettoso delle norme, dove i diritti dei lavoratori sono tutelati e la salute e la sicurezza sono la priorità. Esprimo la mia più sincera solidarietà e vicinanza alla vittima e alla sua famiglia in questo momento difficile e li invito a confidare nell’operato dei carabinieri, immediatamente intervenuti per ricostruire quanto accaduto e stabilire le responsabilità di ognuno”.

IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA

“Il caso del lavoratore indiano apre una pagina triste sul lavoro sommerso che purtroppo ancora attanaglia la nostra provincia”, le parole del presidente della Provincia di Latina Gerardo Stefanelli. “Nelle terre dell’Agro Pontino, dove da decenni l’agricoltura è l’attiva primaria, appare ancora evidente come la mancata regolarizzazione della manodopera, in gran parte straniera, sia un fenomeno da indagare e affrontare senza ideologismi di sorta. Quello di ieri è un fatto gravissimo, sintomo di un problema latente, che esplode ora per la brutalità dei fatti e le modalità con cui, il povero lavoratore, è stato abbandonato senza i dovuti soccorsi”.

Gerardo Stefanelli, presidente della Provincia

“Da qui, oltre agli accertamenti degli organi proposti, si aprirà un’amara ed inevitabile riflessione sulle tutele da attuare per tutti quei lavoratori, che, ancora oggi, non godono di quei diritti fondamentali che la sicurezza e la salute sul lavoro richiedono. Spero che, finito il frastuono dei titoli che un caso come questo solleva, si inizi un dialogo tra istituzioni per mettere in campo azioni concrete contro un tipo di lavoro che non può essere più accettato. I continui casi di cronaca, le premature morti e gli incidenti invalidanti come questi, ci dimostrano ancora una volta come manchi nel nostro Paese una cultura della sicurezza sul lavoro. È compito delle istituzioni non solo introdurre tutti gli strumenti necessari, ma farsi promotori di azioni virtuose, che incentivino e guidino enti, privati e cittadini. Non possiamo permetterci altre vittime sul lavoro, né il diffondersi dell’idea che si possa ancora lavorare nell’assenza di tutele e diritti”.

“Noi, come Provincia, nei mesi scorsi, richiamando i tragici fatti di cronaca di Firenze, avevamo riacceso l’attenzione sul Protocollo di Intesa con sindacati e ditte edili a controllo e tutela del lavoro sui cantieri edili nelle opere pubbliche della nostra centrale di committenza. Uno strumento consigliato e indirizzato ai comuni, che in breve tempo è stato accolto e recepito dalle amministrazioni che hanno scelto di sottoscriverlo, creando una rete di controllo sugli appalti pubblici che mira a salvaguardare i lavoratori e combattere ogni forma di lavoro in nero attraverso la raccolta delle presenze in cantiere. Questo per dimostrare che, le istituzioni, nel loro piccolo possono contribuire ad innescare sistemi di controllo utili, dando una risposta chiara a un vecchio modo di intendere il lavoro, sempre più deleterio e preoccupante con i numeri alla mano delle vittime”.

“Il mondo dell’agricoltura, come quello agricolo, accoglie purtroppo ancora troppi lavoratori ‘in nero0, non regolarizzati”, continua Stefanelli. “Ecco perché serve un’azione sinergica per un’inversione di mentalità che promuova e diffonda la cultura della sicurezza, che tema più il danno alla persona che le conseguenze penali, che azzeri le differenze informative sul sistema previdenziale e contributivo e sia lo strumento per una rinnovata centralità delle istituzioni su questi temi”.

IL PARTITO DEMOCRATICO

“Proviamo orrore per quanto accaduto. È sconvolgente, ma è solo la punta dell’iceberg di un diffuso e noto fenomeno di sfruttamento del lavoro in agricoltura. Per contrastare la piaga del caporalato non si fa abbastanza. Eppure le leggi ci sono». Così il segretario provinciale del Partito Democratico, Omar Sarubbo, e il responsabile provinciale delle politiche per il lavoro per il Pd, Paolo Bovieri commentano la notizia del grave incidente sul lavoro che ieri ha coinvolto a Latina un operaio agricolo di nazionalità indiana, abbandonato in strada dopo aver perso un arto anziché essere soccorso”.

Il segretario provinciale del Pd, Omar Sarubbo

“Purtroppo non è un fatto isolato. Il caporalato controlla ogni anno decine di migliaia di braccianti in tutta Italia, lavoratrici e lavoratori vittime di alcuni imprenditori senza scrupoli e di gravi forme di sfruttamento. Gli strumenti legislativi esistono. Pensiamo alla legge nazionale 199/2016 e alla legge regionale 18/2019 “Disposizioni per contrastare il fenomeno del lavoro irregolare o dello sfruttamento dei lavoratori in agricoltura”. Con quest’ultima abbiamo attivato azioni pilota e sperimentali proprio nella nostra provincia, che è tra le aree italiane a maggior rischio», sottolineano Sarubbo e Bovieri. «Questo grazie a un importante attivismo degli ex assessori della Giunta Zingaretti, Enrica Onorati e Claudio Di Berardino”.

“Nell’attesa che le indagini degli inquirenti accertino le responsabilità di chi è coinvolto in questa orribile vicenda, – continuano – abbiamo contattato il nostro deputato, Matteo Orfini, e il nostro consigliere regionale, Salvatore La Penna: entrambi si sono immediatamente attivati per presentare interrogazioni e mozioni nelle sedi preposte. È importante capire quali azioni e finanziamenti il Governo e la Regione stanno mettendo in campo per attuare e finanziare tutte le misure previste da tali normative per combattere ogni odierna e inaccettabile forma di schiavitù ed evitare che questi strumenti normativi restino lettera morta, come spesso accade nel nostro Paese”.

“Agli enti locali del territorio – concludono Sarubbo e Bovieri – chiediamo lo sforzo di andare oltre le prevedibili dichiarazioni di circostanza e contribuire fattivamente con proprie iniziative”.

FRATELLI D’ITALIA

Il senatore Nicola Calandrini

“È con profonda indignazione che apprendo della vicenda del bracciante abbandonato gravemente ferito a Latina”, dice in una nota il senatore di FdI Nicola Calandrini, presidente della 5a Commissione Bilancio. “Questo episodio, che riporta alla luce la drammatica realtà dello sfruttamento e dell’indifferenza verso la dignità umana, non può passare inosservato né restare impunito. Come rappresentante del popolo italiano e membro di Fratelli d’Italia, esprimo la mia più totale solidarietà alla vittima di questa disumana crudeltà. È inaccettabile che nel nostro Paese possano verificarsi episodi di tale brutalità, che offendono non solo la vittima ma l’intera comunità nazionale. Spero con tutte le forze che le autorità competenti riescano a identificare e perseguire penalmente i responsabili di questo atto vile. Non possiamo permettere che chi sfrutta e maltratta lavoratori indifesi continui a operare nell’impunità. La tutela dei diritti dei lavoratori, la lotta contro ogni forma di sfruttamento e la promozione della legalità devono essere priorità assolute per il nostro Paese. Spero che tutte le forze politiche si uniscano in questa battaglia per la difesa della dignità umana e che non ci sia spazio per speculazioni politiche su temi così delicati”.

IL COORDINAMENTO UGL

Armando Valiani, segretario regionale UGL

“Siamo profondamente indignati e addolorati per il tragico incidente sul lavoro verificatosi presso Borgo Santa Maria, in provincia di Latina, dove un lavoratore addetto al taglio del fieno ha subito l’amputazione del braccio e riportato diversi altri traumi. Quello che è ancora più inaccettabile è che il lavoratore sia stato scaricato in strada senza il supporto e l’assistenza necessari. Si tratta di una gravissima violazione dei diritti dei lavoratori e della dignità umana. Non possiamo tollerare che i lavoratori vengano trattati come semplici numeri, sacrificabili per il profitto. Chiediamo un’indagine approfondita su quanto accaduto e che vengano prese misure immediate per garantire che simili episodi disumani non si ripetano in futuro. Le aziende devono essere responsabili della sicurezza dei loro dipendenti e fornire assistenza adeguata in caso di infortuni sul lavoro. La sicurezza e la dignità dei lavoratori devono essere sempre al primo posto. Questo incidente richiama l’attenzione sulla necessità di rafforzare il contrasto allo sfruttamento potenziando i controlli e le misure a tutela della salute e della sicurezza”. Lo hanno dichiarato in una nota congiunta Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, e Armando Valiani, Segretario Regionale UGL Lazio, in merito al drammatico infortunio in provincia di Latina, dove un trentenne addetto al taglio del fieno ha subito l’amputazione di un braccio e riportato altre gravi fratture sul luogo di lavoro.