Bracciante morto a Latina, le reazioni

Iniziano a moltiplicarsi gli interventi dopo la notizia della morte del giovane bracciante indiano rimasto vittima del lavoro e del caporalato lunedì a Borgo Santa Maria.

Di seguito gli interventi della politica e non solo.


DIACHIARAZIONI DEL SINDACO DI LATINA CELENTANO

“Provo sgomento per la morte del bracciante, vittima di un incidente sul lavoro avvenuto il 17 giugno scorso a Borgo Santa Maria. Il giovane uomo rimasto gravemente ferito era stato poi abbandonato in strada anziché soccorso. Adesso più che mai, di fronte alla notizia del decesso, che mi addolora profondamente, accolgo la richiesta che proprio questa mattina mi è arrivata dall’intero Consiglio comunale di promuovere, ove ne ricorrano i presupposti, la costituzione di parte civile del Comune di Latina al futuro processo. L’episodio avvenuto nella nostra città costituisce una violazione dei diritti umani fondamentali, della dignità umana e delle norme inerenti la sicurezza dei lavoratori. Nell’esprime cordoglio alla famiglia del bracciante deceduto, anche da parte dell’amministrazione comunale tutta, sarà mio impegno affinché il Comune si faccia fautore assieme a tutte le altre istituzioni, enti e organismi coinvolti della lotta al caporalato, divenuto ormai una vergognosa piaga”.

LA NOTA DEL PRESIDENTE DELLA COMUNITA’ INDIANA NEL LAZIO

Come Comunità Indiana del Lazio, non possiamo accettare una morte come questa di
Satnam. C’eravamo già trovati di fronte a veri e propri atti disumani nei confronti dei tanti fratelli indiani che abitano e lavorano nella Provincia di Latina, ma mai avremmo pensato di trovarci addirittura davanti una morte. Una morte che forse si sarebbe potuta e si sarebbe dovuta evitare. Invece no. Satnam dopo due giorni di agonia non ce l’ha fatta.

Già nel passato come Comunità Indiana ci siamo trovati a subire situazioni di particolare
gravità, ma mai avremmo pensato di trovarci di fronte ad un atto di questa ferocia, a tal
punto da piangere la morte di un fratello, che, era venuto in Italia con la sua famiglia, per
lavorare e certamente non per morire. Tutte le manifestazioni effettuate negli anni precedenti contro lo sfruttamento dei nostri fratelli che lavorano in agricoltura, insieme a quelle in cui abbiamo manifestato contro politiche immigratorie che non danno nessuna risposta alle nostre necessità insieme al ritardo e/o il mancato rilascio di un permesso di soggiorno, sono da sempre state considerate da parte nostra come il primo passo verso lo sfruttamento ma, nonostante questo, ancora una volta chi ci ha rimesso, e stavolta con la vita, è stato Satnam, uno dei tanti lavoratori indiani che vengono in Italia per lavorare e per essere pagati correttamente, ma certamente non per essere sfruttati o addirittura morire ammazzati.

È per tutto questo che, come Comunità Indiana del Lazio, abbiamo deciso di non rimanere
a guardare mentre tutta la nostra comunità continua a piangere i suoi fratelli. Per questo
motivo abbiamo deciso di tornare in piazza a manifestare la nostra rabbia verso chi
commette questi sfruttamenti e queste barbarie. Per tutti questi motivi, ma soprattutto per Satnam, martedì 25 giugno 2024 effettueremo una grande manifestazione in cui, alla conclusione, chiederemo di essere accolti dal Prefetto di Latina a cui lasceremo una lettera aperta per denunciare tutto quello che succede ogni giorno per cercare di arrivare, una volta per tutte, al punto in cui queste cose non accadano più.

Invitiamo tutte le comunità indiane del Lazio a partecipare a questa manifestazione ed
invitiamo anche tutti i sindacati e tutte le associazioni che si occupano dei diritti dei lavoratori a proclamare per quel giorno una giornata di sciopero generale per i lavoratori agricoli della Provincia di Latina così da far sentire forte la loro voce e per far sì che tragedie come quella di Satnam non accadano mai più.