I dati sulla lettura in Italia: libri, giornali e nuovi spazi per la lettura

La lettura è un argomento intorno al quale circolano allarmismi di ogni genere: si parla spesso di emergenza, di italiani e soprattutto giovani che leggono sempre meno, ma è davvero così? Le statistiche ci parlano di un’Italia divisa, dove c’è chi legge e anche tanto, e chi alla lettura proprio non si avvicina. Nondimeno, c’è la questione del cosa si legge: quando si parla di libri si pensa ai mezzi cartacei, ma nell’era digitale leggere può significare tante cose diverse. I dispositivi digitali ci connettono al mondo esterno e possono essere alleati preziosi sia per accedere al mondo dell’informazione, sia per rivedere le nostre abitudini in termini di intrattenimento. Andiamo allora a fornire una panoramica sulla lettura in Italia, evidenziando i cambiamenti nel corso degli ultimi anni.

Lettori in crescita

Secondo l’indagine di Pepe Research per l’Associazione Italiana Editor, nel 2023 circa 32,8 milioni di persone hanno letto almeno un libro a stampa, un ebook o ascoltato un audiolibro nell’ultimo anno, per una percentuale che ammonta al 74%. Una percentuale in crescita che ci dice qualcosa su come sono cambiate le abitudini degli italiani a seguito della pandemia. Prima del Covid, infatti, l’indice di lettura era del 68% (dati del 2019). Sembrerebbe che per molte persone il fatto di stare chiusi dentro casa abbia rappresentato un’opportunità per avvicinarsi alla lettura, complice il maggiore tempo libero a disposizione.


Tuttavia, occorre fare una precisazione: i dati divergono sensibilmente fra i diversi enti che hanno effettuato statistiche di questo genere, questo perché molto varia in base al modo in cui viene posta la domanda. Ad esempio, dall’indagine ISTAT la percentuale risulta di gran lunga più bassa (intorno al 40%), perché si chiedeva alle persone se negli ultimi 12 mesi avessero letto libri per motivi non strettamente scolastici o professionali. In altri casi, come nel caso dell’indagine AIE, si chiedeva agli intervistati se è capitato loro di leggere anche solo in parte un libro di qualsiasi genere, che poteva essere anche una guida di viaggio o un manuale da cucina. Si capisce, quindi, che i valori dei risultati possono oscillare in maniera significativa a seconda del significato che viene attribuito al concetto stesso di lettura.

Nuovi spazi per la lettura

Un dato notevole riguarda le modalità attraverso cui le persone fruiscono della lettura. Un quarto degli utenti intervistati, infatti, che corrisponde a oltre 10 milioni di italiani, ha usufruito di contenuti narrativi sulle piattaforme social o altri portali di condivisione di storie. È interessante notare che tra questi una percentuale del 15% non legge abitualmente libri o ebook: ciò significa che il 3% della popolazione ha un approccio alla lettura al di fuori della forma libro, che sia a stampa o digitale.

Il caso dei fumetti

Il caso dei fumetti è un esempio positivo di lettura frequente. I lettori di fumetti rappresentano il 21% degli italiani e leggono più frequentemente, infatti una percentuale del 35% lo fa tutti i giorni contro il 31% del totale dei lettori e in un numero maggiore di casi (29% contro 16%) ascoltano audiolibri. I lettori di fumetti si affermano come consumatori culturali vivaci, interessati a vari generi letterari, e questo smentisce il luogo comune del fumetto come qualcosa di separato rispetto alla cultura considerata “alta”.

La lettura dei giornali

Quando si considerano i dati sulla lettura, non si può sottovalutare tutto ciò che riguarda il mondo dell’informazione: la stampa continua tuttora a essere un mezzo indispensabile nella vita di molti italiani. Alcuni degli ultimi dati disponibili ci dicono che quello dell’editoria dell’informazione è un comparto essenzialmente stabile, con più di 31 milioni di italiani che leggono almeno un titolo stampa ogni mese, circa 6 italiani su 10 fra quelli che hanno più di 14 anni. Anche qui è interessante notare cosa accadde durante la pandemia: ci fu ovviamente un boom di connessioni a Internet, che nel caso dei giornali si tradusse in un aumento degli abbonamenti alle piattaforme per la lettura di riviste digitali. Dopo qualche anno, sembra che quegli stravolgimenti si siano trasformati in abitudini consolidate. La versione digitale dei giornali viene letta da 7 milioni di lettori, il 3.6% in più rispetto alle misurazioni precedenti, con la vendita delle copie cartacee dei giornali in drastico declino. Ad ogni modo, il settore dei giornali non è esente dalla crisi: i dati segnalano che ogni anno tutti i quotidiani perdono una percentuale di copie che oscilla fra il 5% e il 12%, con qualche eccezione virtuosa rappresentata principalmente dai giornali sportivi. Un fenomeno che si riflette anche nella crisi delle edicole, che stanno chiudendo a vista d’occhio o comunque stanno adattando il proprio business: ad oggi sono sempre meno le edicole “pure”, ossia quelle che vendono esclusivamente giornali, con i chioschi che hanno riorganizzato e ampliato la propria offerta di prodotti, inserendo libri, giochi per bambini, souvenir, biglietti dei mezzi pubblici.