Tentata estorsione col metodo mafioso, cinque misure cautelari

La Questura di Latina

La Polizia di Stato di Latina giovedì mattina ha eseguito cinque misure cautelari nei confronti di altrettante persone per il reato di tentata estorsione, aggravata dal metodo mafioso.

Le indagini, condotte dai poliziotti della Squadra Mobile con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Roma, hanno avuto origine dalla denuncia sporta nell’ottobre del 2023 da un cittadino latinense. Quest’ultimo aveva riferito di aver subito pressioni al fine di essere costretto a vendere un appartamento aggiudicatosi all’asta, un immobile in cui avevano risieduto una donna ed il compagno, ritenuto vicino a clan camorristici della città di Napoli.


“Gli approfondimenti svolti – spiega la polizia – hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza in ordine alla commissione di una serie di atti intimidatori realizzati, a partire dal luglio dello scorso anno, ad opera di tre soggetti, uno dei quali ritenuto in passato organico a Cosa nostra agrigentina”.

Nel corso di alcuni incontri – in occasione dei quali vi sarebbe stata l’opera di mediazione svolta da un esponente di una famiglia di etnia rom stanziale nella città di Latina – alla vittima sarebbe stato consigliato di vendere l’immobile ad un prezzo inferiore a quello di mercato ai precedenti proprietari, presentati come persone poco raccomandabili originarie di Napoli, con l’avvertimento che rifiutare tale proposta lo avrebbe esposto a non meglio specificate ritorsioni. Successivamente, le sarebbe stato comunicato che i precedenti proprietari non erano più interessati a rientrare in possesso dell’abitazione, ma pretendevano 12.000 euro per considerare chiusa la questione. Ai suoi tentennamenti, l’esponente della famiglia di etnia rom avrebbe dunque affermato di non poter fare più nulla per aiutarlo, lamentandosi altresì per la mancanza di rispetto subita e pretendendo, per ciò solo, il pagamento immediato di 2.000 euro.

Un quadro indiziario rilevante quello delineato dall’attività di indagine svolta, che ha portato all’esecuzione di quattro misure di custodia in carcere e di un divieto di dimora, eseguite tra le città di Latina, Roma e Napoli. Contestualmente, sono stati eseguiti decreti di perquisizione personale e locale nei confronti di tutti gli indagati e presso la sede legale e le unità locali di una società riconducibile a due di questi.