GAETA, LA SOCIETÀ TECNORESINA RITIRA L'ISTANZA DI FALLIMENTO, SI APRE UNO SPIRAGLIO PER L'ITALCRAFT

italcraftUn nuovo capitolo nell’intricata e recente storia giudiziaria dell’Italcraft di Gaeta potrebbe aprire uno spiraglio di speranza nel futuro imminente dell’azienda e quindi nel destino occupazionale delle 46 maestranze.

Perché di fatti ieri si è discussa una nuova udienza pre-fallimentare davanti al giudice Roberto Amatore del Tribunale di Latina. Una procedura di fallimento avviata dopo l’istanza presentata da uno dei più grandi fornitori che hanno operato nell’indotto dell’Italcraft negli ultimi anni, la Tecnoresina. La ditta rivendicava nella sua istanza un credito nei confronti dell’azienda nautica di oltre 100mila euro. Eppure ieri, come detto, la Tecnoresina ha ritirato l’istanza così da far decadere il procedimento. La prassi vuole che ora si apra una riserva da parte di un collegio giudicante che, tuttavia, preso atto del ritiro dell’istanza, non potrà fare altro che chiudere il procedimento, un atto formale.


Ma non finisce qui perché oltre ai famigerati guai giudiziari dell’attuale amministratore della ditta Fabrizio Perrozzi, oggetto di un maxisequestro preventivo al suo intero patrimonio, tra le quali le quote Italcraft, resta ancora in piedi l’atteso esito del concordato preventivo presso la Corte di Appello di Roma dove si deciderà davvero la sopravvivenza o meno della ditta. Anche perché quel pronunciamento è direttamente legato a al destino del patrimonio di Perrozzi. Diventa allora a questo punto decisivo anche l’esito dell’appello fissato a giugno relativamente al sequestro preventivo dei beni di Perrozzi che, se sbloccati, potrebbero incidere positivamente proprio sul concordato preventivo la cui decisione non rappresenta altro se non l’approvazione da parte dell’autorità giudiziaria del piano industriale e della capacità di gestione dell’azienda, con le dovute garanzie, da parte di Perrozzi.

In caso contrario o contemporaneamente una seconda buona possibilità per aspirare ad un immediato parere favorevole del concordato è da auspicarsi con la proposta di altri soggetti imprenditoriali interessati al sito. Ipotesi reale visti i vari interessi, tuttavia malcelati, mossi in questi mesi nell’orbita del sito e pronti a sfruttare eventuali intoppi giudiziari. Per ora resta la buona notizia per i lavoratori di un primo passo verso un agognato quanto sofferto salvataggio del sito industriale e automaticamente del proprio posto di lavoro.