PASCOLO BRADO ABUSIVO A ITRI, IL COMITATO ''6 APRILE'' DENUNCIA L'IMMOBILISMO DEL COMUNE

pascolo“Tutto dorme” è l’incipit di una dura nota del Comitato “6 aprile” in merito alla mancanza di iniziative intraprese, da parte del comune di Itri, per fronteggiare il fenomeno del pascolo brado di bestie che distruggono coltivazioni e fondi, senza che si riesca a individuarne l’appartanenza.

“Il Comitato 6 aprile di Itri – si legge nel comunciato – considerati i ritardi nella elaborazione del nuovo Regolamento “Fida-pascolo”, ha presentato in data 24.4.2013 una Proposta di deliberazione sulla Marcatura aziendale comunale( MAC) degli animali al pascolo, corredata da oltre 200 firme di elettori itrani, che il Consiglio comunale dovrebbe discutere entro due mesi dalla presentazione, secondo quanto prevede l’art.58 dello Statuto comunale.


La proposta  della MAC, integrativa di  quella nazionale, già contenuta nella petizione dell’anno scorso, viene ritenuta necessaria, considerato il persistere in alcune zone del fenomeno del pascolo abusivo e incustodito e la presenza frequente di animali privi di marcatura, che costituiscono un pericolo di carattere sanitario.

Tutti sanno che la marca auricolare nazionale, che identifica per esempio il singolo bovino, è difficilmente leggibile e documentabile, per cui  non è possibile spesso risalire al proprietario dello stesso al fine dell’accertamento di eventuali violazioni o danni: ammesso che il marchio auricolare ci sia e che non sia nascosto dalla peluria, è difficile leggere il codice identificativo perché la maggior parte dei  dodici numeri  che lo compongono è scritta con caratteri di 5 mm e poi l’animale non si lascia avvicinare.

Per identificare i cavalli, che scorazzano liberamente in alcune zone, l’impresa è ancora più ardua perché il bolo elettronico, ammesso che lo abbiano, può essere identificato da lettori elettronici in possesso solo dei veterinari. Ebbene – prosegue la denuncia – di fronte all’urgenza di affrontare in qualche modo il problema, tutto dorme. Ad un mese dalla presentazione della proposta formale, chi dovrebbe esserne a conoscenza ne è all’oscuro.

Eppure – conclude la nota – avevamo chiesto “il puntuale rispetto dello Statuto Comunale”, che prevede che entro un mese dalla presentazione  la proposta, corredata dal parere tecnico, sia consegnata ai capigruppo e al Presidente del Consiglio comunale”.