RASTRELLIERE PER LE BICI, UN VERO 'CASO' A TERRACINA

IMG_0411Hanno fatto parlare di sé prima di arrivare. Hanno scatenato polemiche immediate appena sono state montate. Continuano a suscitare ‘chiacchiere’ anche adesso che non ci sono più. Stiamo parlando delle oramai famigerate rastrelliere per parcheggiare le biciclette annunciate, installate e poi rimosse poco dopo dal Comune di Terracina. Ne fa un accurato excursus Antonio Bernardi, ex capogruppo del Pd in consiglio comunale.

“Più o meno tra il mese di agosto e settembre del 2012, per mancanza di spazi e rastrelliere per parcheggiare la bicicletta, i cittadini e i turisti erano costretti a parcheggiare le proprie due ruote dov’era possibile: nei cigli dei marciapiedi, ai pali dell’illuminazione pubblica, nei corrimani, recinzioni e in qualunque altro posto dove parcheggiare, senza correre il pericolo di vedersela rubare. Non dico che le biciclette così parcheggiate erano collegate in modo corretto, ma i ciclisti non avevano alternative per mancanza di appositi spazi e rastrelliere adeguate nell’intera città.


Per evitare tale inconveniente, apparentemente di parcheggio selvaggio delle biciclette, il Comune di Terracina non solo non provvedeva ad installare nella città le rastrelliere, ma improvvisamente, diciamo per risolvere il problema, provvedeva a sequestrare le biciclette parcheggiate in luoghi considerati inidonei

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I cittadini e le varie associazioni, tra cui quelle dei ciclisti, si ribellarono, contestando tale comportamento, chiedendo spazi adeguati e rastrelliere per consentire di parcheggiare a tutti le biciclette, senza correre il pericolo di vedersele rubate o sequestrate. Si susseguirono comunicati stampa, incontri con l’assessore competente e manifestazione dei cittadini, addivenendo ad un accordo secondo cui l’amministrazione comunale avrebbe provveduto ad installare in tutta la città adeguate rastrelliere per risolvere il problema”.

Lo scorso febbraio arrivano ‘finalmente’ le rastrelliere nelle vie del centro, ma, come evidenzia Bernardi, “tutto a posto? Niente affatto, in quanto nel montare le rastrelliere si constatava che: non erano adeguate per le bici; non venivano installate in nuovi spazi individuati in base ad uno studio da distribuire nelle varie zone della città, ma venivano collocate negli spazi già riservati alle moto, motocicli e scooter e non adeguatamente segnalate; sono state fissate al suolo in modo inadeguato con solo piccole viti.
Purtroppo, si constatava che non solo le rastrelliere montate avevano i problemi sopra segnalati, ma la cosa ancora più grave, che essendo state montate in modo sbagliato, le stesse progressivamente si distaccavano dal suolo, lasciate appoggiate luna sull’altra, rappresentando, oltretutto, un pericolo. Vista la situazione, probabilmente nel prendere atto degli errori commessi nello scegliere il modello, nello sbagliare le aree e il montaggio, le rastrelliere sono state tutte rimosse”.

“In pratica-conclude Antonio Bernardi- il montaggio delle rastrelliere per risolvere il problema del parcheggio delle biciclette è stato un vero e proprio fallimento.

Adesso che succede? Succede che la città in piena stagione estiva, nonostante aver speso ingenti somme di denaro, i ciclisti e le associazioni dopo aver manifestato ed aver ricevuto impegni per la risoluzione del problema, vengono trovarsi ancora senza rastrelliere, con tutte le conseguenze che ne deriveranno, non sapendo dove parcheggiare la propria bici senza correre il pericolo di vedersela rubata e sequestrata.
L’alternativa è quella di lasciare la bicicletta a casa, incentivando in piena estate l’uso dell’automobile, con la conseguenza, di peggiorare la mobilità urbana; la qualità della vita e lo smog.

Detto questo, una domanda viene spontanea: dove sono state messe le rastrelliere rimosse e che uso intende farne l’amministrazione comunale? Una domanda che per il momento resta senza risposta”.