ITRI, OASI FUTURA – MALTRATTAMENTI SU ANZIANI: GLI ULTIMI TESTIMONI

Ultime battute per il procedimento giudiziario a carico del 38enne di Formia, Gianluigi Valerio, responsabile del personale della coop Oasi 2 e coinvolto nell’operazione del giugno 2012 condotta dai carabinieri della stazione di Itri presso la casa di riposo Oasi Futura.

Maltrattamenti il reato a lui ascritto, per l’accusa Valerio non avrebbe esercitato un adeguato controllo sull’operato della maggior parte delle dipendenti della coop, già condannate il 23 gennaio scorso. Nell’udienza tenutasi questo pomeriggio, lunedì, presso il Tribunale di Gaeta di fronte al giudice Carla Menichetti sono così sfilati gli ultimi teste dell’accusa e quelli a discarico chiamati in aula dall’avvocato difensore Gianfranco Testa.


Primo in ordine di tempo a comparire sul banco dei testimoni il maresciallo Persico della stazione di Itri che all’epoca, insieme ai colleghi, prese la denuncia di un’infermiera della casa di riposo, informò la Procura di Latina, e diede il via alle intercettazioni video e audio all’interno della struttura di ricovero. “Abbiamo rilevato condotte attive e omissive da parte delle badanti – ha detto il maresciallo dell’Arma -, e umanamente è stato molto provante: alcune delle persone ricoverate, considerate le loro condizioni, non dovevano trovarsi nella struttura perchè non autosufficienti”. Relativamente a Valerio, il maresciallo ha poi detto: “Venne in caserma ad attività investigativa già avviata da circa un mese: mise in evidenza problematiche lavorative con le inservienti straniere ma non fece mai cenno a maltrattamenti”.

Quindi è stato il turno di un’operatrice della casa di riposo che prestò servizio come operaia da aprile fino al termine del periodo di indagine ovvero il 31 maggio 2012. “Ho notato da subito una serie di negligeneze che ho segnalato ma su cui non sono stati presi provvedimenti. Tutti i ricoverati si lamentavano di tutte le operatrici straniere – ha aggiunto – e Valerio era molto sfuggente con gli ospiti, distaccato”.

A seguire i teste a discarico primo un parente di due ricoverati che ha asserito come dai suoi famigliari “non ho mai ricevuto alcuna lamentela anzi anche nei mesi successivi la chiusura della struttura mi hanno chiesto quando vi sarebbero potuti ritornare”. Infine due operatrici che però furono assunte solo dopo l’operazione dei carabinieri e l’infermiere che tutte le sere, dal dicembre 2011 all’aprile 2012, si occupò di somministrare i medicinali agli anziani presenti in clinica: “Stavo una mezz’oretta per somministare per via orale i farmaci e non mi ricordo di lamentele. Solo io e la mia collega del mattino – ha detto – eravamo in possesso della chiave per l’accesso ai farmaci”.

Prossima udienza per ascoltare un ultimo teste fissata per il 22 gennaio alle ore 9.30. In quest’occasione, dopo la requisitoria del pm e l’arringa difensiva, arriverà la sentenza.

 

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