GAETA, LA REGIONE LAZIO RINNOVA DI TRE MESI LA CASSAINTEGRAZIONE PER GLI OPERAI EX ITALCRAFT

"Palazzo della Regione Lazio"
“Palazzo della Regione Lazio”

Ancor prima di provare tutta la disperazione del caso per aver perduto il loro lavoro, già da qualche giorno prime le 46 maestranze dell’Italcraft conoscevano il rifiuto alle varie richieste di nuove deroghe alla cassaintegrazione della Regione Lazio. E subito dopo arrivò il colpo di grazia del fallimento dei cantieri navali.

Ma alla fine i sindacati sono riusciti nello scopo di ottenere almeno altre tre mensilità di ammortizzatore sociale. Dopo vari incontri senza esito in Regione, la pressione dei sindacalisti e la nuova liquidità per La Piasana, arrivata anche grazie al decreto del governo centrale, hanno permesso di centrare un piccolo ma importante obiettivo. All’incontro, avvenuto ieri in uno degli uffici dei funzionari responsabili degli ammortizzatori sociali, erano presenti il curatore fallimentare Arnaldo Falconi, per la Fenea Uil Massimo Purificato, per la Fillea Cgil Ezio Giorgi e Carmine Zazzero, della Filca Cisl Giustino Gatti e Luigi Coppola e anche la Rsa aziendale.


Il 70 percento circa dello stipendio per almeno altri tre mesi anche se già è possibile pensare che non ci sarà più nessuna proroga ad ottobre perché davvero il fondo sociale per il sostegno al lavoro è stato svuotato fino in fondo. A quel punto la mobilità diverrà realtà per tutti. Ma la nuova deroga alla Cig non rappresenta soltanto una boccata di ossigeno sotto il profilo economico per i dipendenti e le loro famiglie, perché avere altri tre mesi di tempo prima dei licenziamenti permette alla curatela fallimentare di individuare e casomai ottenere da parte di soggetti interessati un fitto di ramo di azienda. E secondo indiscrezioni dovrebbero già esserci imprenditori interessati all’operazione che tuttavia resta per ora solo una ipotesi, anche perché andrebbe nel frattempo espletata una procedura istruttoria per la realizzazione di un’asta.

Intanto prosegue l’occupazione del sito da parte degli operai. Inoltre, forse per cercare di rendere più fluida una situazione bloccata specie sotto il profilo di potenziali investitori interessati, potrebbe arrivare a breve la notizia ufficiale del dissequestro del marchio Italcraft che perciò favorirebbe un maggiore appeal sul mercato.

A questo punto resta da capire quale destino attende il sito produttivo di lungomare Caboto dopo che, al di la degli apparenti disinteressamenti, qualcuno gli occhi su c’è li ha messi eccome. E sotto questo profilo vedremo se le sempre più insistenti voci di un porto turistico, ipotesi tuttavia complicata in questa fase, troverà una concreta realizzazione.