PESCATORI DEL GOLFO SODDISFATTI DEL DECRETO MINISTERIALE SULL'ORIGINE DEL PESCATO

pescherecci-attraccati-alla-banchinaIl fermo pesca ha come obiettivo quello di garantire il ripopolamento dei pesci nel mare e salvare cosi le marinerie dal collasso, in un 2013 segnato da un calo del 16 per cento dei consumi di pesce fresco nel primo trimestre dell’anno.

A tale proposito è positivo il giudizio di gran parte della categoria del Golfo di Gaeta sul decreto, firmato il primo agosto dal ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo, che stabilisce le modalità applicative per l’attestazione di origine dei prodotti della pesca, prevedendo la possibilità di inserire la dicitura “prodotto italiano” sul pesce venduto al dettaglio.


Mentre continuano a ribadire ad alta voce i pescatori della marineria di Gaeta l’errore sulla scelta del periodo di fermo. Un lasso temporale inadeguato, secondo gli operatori ittici.

Sono anche altre le buone notizie per i pescatori, dopo il riconoscimento di “prodotto italiano”. L’Unione europea ha, infatti, sbloccato i fondi comunitari che erano stati congelati a causa dalle procedure d’infrazione – procedimento a carattere giurisdizionale eventuale volto a sanzionare gli Stati membri dell’Unione europea responsabili della violazione degli obblighi derivanti dal diritto comunitario -aperte sulla questione “ferrettare”.

Pertanto, il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali procederà con estrema celerità, entro il corrente mese agosto e i primi giorni di settembre, a liquidare tutte le pratiche inevase relative al premio di fermo pesca dell’anno 2012 per le imbarcazioni e le imprese che hanno attuato il fermo nei compartimenti da Trieste a Bari e che non sono state ancora pagate.

Per i compartimenti di Brindisi, dello Ionio, del Tirreno, Sicilia e Sardegna i pagamenti relativi all’anno 2012 saranno effettuati a settembre, al più tardi entro i primi giorni del mese di ottobre 2013.

Le imprese della pesca possono tirare un sospiro di sollievo, a poco ore dal provvedimento di fermo pesca 2013 che di fatto blocca le attività della flotta da pesca italiana lungo tutto l’Adriatico, da Trieste a Bari.