IL TURISMO IN ITALIA SI EVOLVE E A RIMETTERCI SONO LE AGENZIE DI VIAGGIO

sole-spiaggia-abbronzatura-mare-vacanzaQuello del turismo è uno dei rami che più ha risentito dei cambiamenti o se vogliamo delle facilitazioni dovute a internet, che hanno permesso a chiunque dispone di una connessione internet, di avere accesso a un gran numero di vacanze, offerte e voli economici a prezzi un tempo impensabili. La riduzione degl’intermediari chiaramente porta a una riduzione dei costi finali, con evidenti vantaggi per chi decide d’affidarsi alla rete per organizzare i suoi viaggi.

Creare la propria vacanza è poi divenuto piuttosto semplice e oltre ai pacchetti completi per diverse date, scegliere i singoli voli o gli hotel a Tenerife per costruirsi il viaggio sulle proprie necessità economiche e di tempo è ormai alla portata di (quasi) tutti. Anche se il settore del turismo è in crescita nonostante la crisi di diversi paesi, questi cambiamenti nelle abitudini, hanno portato a un drastico calo degli introiti per quanto riguarda le agenzie turistiche con sede fisica, da qualcuno considerati già tecnicamente estinti.


Un sondaggio condotto dalla Confesercenti, ha evidenziato come quasi la metà degli italiani (46%) quest’estate abbia prenotato le vacanze da solo, tramite Internet o il telefono, senza passare da un’agenzia di viaggio e che solo l’11 per cento intende rivolgersi a un’agenzia o a un tour operator.

Dati ancora peggiori arrivano dall’Osservatorio nazionale sul turismo, visto che solo l’8% dei turisti è entrato quest’anno in un’agenzia di viaggi, con una riduzione del volume d’affari del 25%, equivalenti a tre miliardi di euro.

Le perdite non sono comunque solo da imputare a internet, visto di questi 3 miliardi di perdiite, 2 provengono da introiti non dichiarati a cui equivalgono un mancato pagamento dell’IVA di 382 milioni di euro e qualcosa come 19 mila posti di lavoro in nero. Da segnalare anche come diverse organizzazioni religiose italiane siano solite organizzare ormai viaggi e vacanze per i loro fedeli e non, senza disporre delle concessioni e delle licenze necessarie. Il tutto ricordando che visto il regime agevolato di cui gode la chiesa in Italia, si arriva ad avere autentici casi di concorrenza sleale che finiscono per passare naturalmente impuniti.