TERRACINA, DA SETTEMBRE UNA SOLA AMBULANZA AL 'FIORINI'.E SENZA MEDICO A BORDO

118Scendere dall’ambulanza, prego. L‘invito, o meglio, l’ordine è rivolto ai medici che fino a oggi hanno prestato servizio sui mezzi del 118 del territorio pontino e che a partire dal prossimo 1° settembre dovranno fare proprio così.

Era dallo scorso marzo che tra gli addetti ai lavori serpeggiava una considerevole preoccupazione dopo che avevano saputo di una sorta di riconversione del servizio assicurato nell’intera provincia dalle postazioni dell‘Ares 118. C’è chi parla di riconversione, ma molti preferiscono chiamarlo declassamento.


In soldoni, cambierà, e di parecchio, l’equipe sanitaria a bordo delle ambulanze, attualmente formata da un medico, un infermiere e un barelliere, oltre che dall’autista. Con questa riconversione, invece, il medico è destinato a scendere dall’ambulanza e a salire su un’automedica, con a bordo anche un infermiere. Di queste automediche ne sono previste tre per l’intera provincia di Latina, una a Formia, un’altra a Castelforte e una terza a Terracina.

Ovviamente gli operatori del 118 dell’ospedale ‘Fiorini’ e quei cittadini, forse ancora pochi, a conoscenza della novità sono preoccupati per questo scenario temendo le ricadute  sul territorio di tali cambiamenti. Attualmente le due ambulanze che partono da Terracina spesso non bastano a rispondere alle richieste giornaliere, soprattutto d’estate. Figuriamoci adesso che ne resterà solo una, senza medico a bordo, con un’automedica che per ovvie ragioni di spazio non può caricare i pazienti. Ciò vuol dire che, in caso di un codice rosso, la sola ambulanza che arriva sul posto dell’emergenza non basterà a mettere in sicurezza l’utente per poi trasportarlo in ospedale, ma dovrà intervenire anche l’automedica lasciando, così, scoperta la postazione.

Anche nella vicina Fondi l’ambulanza diventerà di tipo infermieristico e senza automedica, quindi ciò vorrebbe dire che il medico di postazione al ‘Fiorini’ di Terracina dovrà intervenire anche per le emergenze segnalate al ‘San Giovanni di Dio’ di Fondi. E a Lenola, Campodimele e nel resto di quella zona.

Gli addetti ai lavori si chiedono se chi ha ideato tutto ciò conosca davvero il territorio e se si rende conto che in questo modo i rischi potrebbero aumentare per tutti. E sperano in una presa di posizione forte degli amministratori locali.