LA CASSAZIONE CONFERMA SORVEGLIANZA SPECIALE E CONFISCA DEI BENI PER DOMENICO CARDONE

cassazione3Definitiva la misura di prevenzione applicata a Domenico Cardone, 47 anni, napoletano trapiantato a Latina, imprenditore nel settore delle comunicazioni e ritenuto dagli inquirenti vicino al clan camorristico dei Di Lauro.

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto dal 47enne e dalla moglie, dall’amministratore della “Latina Comunicazione srl” e dal legale rappresentante della “Sun & Beautiful” srl, coinvolti nel provvedimento di confisca in quanto ritenuti prestanome dell’imprenditore.


La Suprema Corte ha così avallato la sorveglianza speciale applicata dal Tribunale di Latina al campano e la confisca dei beni, che tra immobili, quote societarie, conti correnti e polizze sono stati stimati in qualche milione di euro, patrimonio ritenuto frutto di attività illecite e ora nelle mani dello Stato.

A bloccare il “tesoro” di Cardone era stata la questura di Latina, chiedendo al Tribunale un sequestro preventivo. I giudici di Latina, ritenendo fondata la tesi che il patrimonio del 47enne fosse sproporzionato rispetto alle attività lecite e probabile frutto di reati, essendo il campano in contatto con la camorra e dedito a truffe e riciclaggio, hanno dato l’ok ai sigilli e disposto poi la misura di prevenzione, ora definitiva.