PONZA, BLITZ DEGLI ISPETTORI COMUNITARI CONTRO LE RETI DERIVANTI. MA E' TUTTO OK

RETI DERIVANTIIeri giovedì 5 settembre si è conclusa a Ponza un’ispezione pesca, senza preavviso, da parte degli ispettori comunitari che su mandato della Commissione Europea hanno visitato alcuni porti italiani.

L’ispezione è stata incentrata nello specifico a verificare eventuale utilizzo da parte della marinería locale di eventuali reti derivanti illegali (meglio note come “spadare”) che venivano, prima di essere dichiarate illegali, utilizzate nella campagna pesca del pesce spada.


Anche lo scorso anno il porto di Ponza era stato ispezionato dagli ispettori comunitari che, come quest’anno, hanno potuto appurare la legittimità dei sistemi da pesca utilizzati a Ponza.

Le ispezioni, sono une conseguenza di una procedura di infrazione aperta negli anni scorsi a danno  per l’impiego da parte della flotta nazionale di reti derivanti illegali, procedura che è stata da prima sospesa e che, probabilmente, anche grazie all’esito favorevoie di queste ispezioni, sarà definitivamente superata.

Anche a seguito dei lavoro svolto dalia Guardia Costiera che ha realizzato una intensa campagne di informazione e sensìbilizzazione oltre che una mirata attivita di vigilanza, la marinería locale ha deciso di abbandonare definitivamente tali sistemi di pesca illegali.

Gli stessi pescatori, nonostante avessero la possìbilità di optare per l’utilizzo di reti derivanti legali note come “ferrettare” hanno tutti deciso di abbandonare le reti scegliendo di impiegare dei mezzi meno impattanti, per gli stock ittici, quali risultano essere i “Palangari”.

La Guardia Costiera di Ponza, in ottemperanza alle direttive nazionali diramate dal Centro nazionale Controllo Pesca, Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto e alle direttive locali del 3° Centro controllo area pesca della Direzione Marittima di Civitavecchia continua a svolgere un attività di vigilanza e contrasto ad eventuali fenomeni di pesca illegale su tutta la filiera della pesca, sia in mare che a terra per la tutela del consumatore finale.