GAETA, POLIZIA E CARABINIERI CONTRO IL PRESIDIO PERMANENTE DEGLI AVVOCATI


Altro che tribunale di Gaeta, oggi, venerdì, sotto il palazzo di giustizia nel quartiere di Calegna, sembrava di trovarsi sulla scena di un crimine efferato. Decine di uomini tra polizia, carabinieri, vigili del fuoco, polizia locale e addirittura personale medico e paramedico di una unità di pronto intervento.

Che la protesta portata avanti dagli avvocati dell’associazione avvocati Sudpontino stesse assumendo contorni più incisivi avverso il provvedimento ministeriale che sancisce la soppressione e l’estinzione del presidio giudiziario a Gaeta, lo si era capito già negli ultimi giorni. Ciò che nessuno si aspettava era l’intenzione di usare la forza, che spiegava la presenza di tutti quei rappresentanti delle forze dell’ordine. E queste tre parole, uso della forza, sono iniziate a circolare verso le 9 e 30 quando in realtà si doveva procedere con un corteo, in programma già da un paio di giorni, che avrebbe dovuto sfilare lungo la via Flacca occupandola.

Ma l’assemblea permanente che si è insediata all’interno dei locali del tribunale per decisione dell’associazione e avallo dell’amministrazione comunale, ha deliberato proprio nella notte tra giovedì e venerdì di impedire che oggi si procedesse con il trasferimento di alcuni fascicoli che, dal tribunale di Latina, avrebbero dovuto prelevare e trasferire a Terracina così da iniziare a dare finalmente attuazione al provvedimento ministeriale.

I fascicoli in questione sono quelli cautelari, ovvero quelli riguardanti procedimenti civili che, per una serie di motivi di urgenza nel merito delle questioni delle quali trattano, hanno necessità di essere affrontati prioritariamente rispetto a tutti gli altri. Una decina in tutto. Ciò che non era chiaro sul trasferimento di questi fascicoli, però, riguardava il perchè per trasferire una decina di fascicoli ci fosse bisogno di un camion arrivato direttamente da Latina.

Questa anomalia ha fortificato la convinzione degli avvocati sulla necessità di alzare le barricate e impedire il travaso dei documenti, anche perchè forse, quel camion, doveva servire a trasferire una mole più cospicua dei 7mila fascicoli attualmente depositati nel tribunale di Gaeta alla volta della ex sezione di Terracina deputata a riceverli, peraltro senza avere lo spazio necessario. Catene, lucchetti, sbarramenti con sedie e tanta determinazione hanno fatto il resto. E ai dipendenti delle cancellerie e degli archivi che dovevano andare sul posto di lavoro non è stato permesso di farlo. Qualcuno di questi, nel tentativo di entrare lo stesso, si è anche sentito male ed è stato necessario l’intervento di una ambulanza.

A quel punto la richiesta di intervento delle forze dell’ordine, affinché usassero la forza, sarebbe arrivata direttamente dalla dirigente del tribunale di Latina che doveva occuparsi di eseguire le disposizioni in merito al trasferimento dei documenti, la dottoressa Battaglia. Una decisione presa in autonomia senza che nel frattempo fosse stato avvisato anzitutto il presidente del tribunale di Latina Giuseppe D’Auria, che sulle operazioni aveva autorità e anche potere di mediazione, e senza che fosse avvisato neanche il presidente dell’ordine degli avvocati di Latina Giovanni Malinconico, per cercare quantomeno di trovare un compromesso.

Insomma la tensione è salita in un attimo e gli avvocati erano disposti a difendere fino allo scontro fisico quanto deciso qualche ora prima. Anche perché il trasferimento di questi primi fascicoli rappresenta la vera resa dei conti in questa lunga battaglia sulla sede di Gaeta e sul provvedimento ministeriale. Se da una parte infatti per gli avvocati fare uscire anche solo un pezzo della storia recente del tribunale significa iniziare a perdere definitivamente la propria battaglia, dall’altra la posizione estremista e autoritaria di un funzionario ministeriale vuole incarnare l’indifferenza e il distacco della burocrazia che deve fare il suo corso nonostante la realtà delle cose.

Perciò, a quel punto, quando ormai si era fatta mattina inoltrata, le forze dell’ordine, su tutti il vicequestore della polizia di pubblica sicurezza di Gaeta Marta De Bellis, hanno cercato un accordo con i contestatori allo scopo anzitutto di smantellare l’assembramento e permettere il ritorno negli uffici da parte del personale. Dall’altra si sono impegnati a non permettere che i fascicoli venissero, almeno nell’immediato, prelevati e trasferiti. Accordo raggiunto, con qualche cenno di dissenso da parte di chi voleva un atteggiamento ancor più oltranzista.

In buona sostanza la tensione che si è vissuta oggi, venerdì, rappresenta, dalla parte di chi lotta contro la chiusura del tribunale di Gaeta, l’ultimo disperato tentativo di trovare spiragli di mediazione e prendendo, nel frattempo, tutto il tempo necessario, mentre dalla parte di chi deve osservare le disposizioni di legge, eseguire quanto prescritto. Contrapposizione apparentemente inconciliabile.

Questo fine settimana passerà, forse, senza problemi e lunedì è previsto un incontro tra avvocati del sudpontino e il presidente del tribunale di Latina, quando la necessità di trasferire i fascicoli emergerà nuovamente. Intanto il sindaco di Gaeta Mitrano ha impugnato, tramite avvocatura comunale, di fronte al Consiglio di Stato di Roma il provvedimento cautelare di rigetto emesso dal tribunale amministrativo di Latina contro la soppressione della sede di Gaeta.

 

Il mistero dei fascicoli scomparsi

C’è stato poi un altro fatto che ha rischiato di far precipitare nuovamente la situazione, acceso gli animi e alzato la tensione. Ed è accaduto immediatamente dopo il confronto tra il presidente dell’ordine Malinconico e la responsabile della cancelleria del tribunale di Gaeta, la dottoressa Saltelli.

Il tutto è avvenuto mentre i vigili del fuoco erano ancora intenti a forzare le serrature di alcuni uffici della cancelleria che sarebbero state manomesse durante la notte tra giovedì e venerdì. In quel frangente Malinconico, al cospetto della Saltelli, ha riportato quanto concordato e appreso dal presidente D’Auria circa la disponibilità di lasciare i fascicoli cautelari a Gaeta almeno fino a lunedì, giorno dell’incontro tra gli avvocati e lo stesso D’Auria.

A quel punto il funzionario della cancelleria ha fatto presente che i famigerati fascicoli erano spariti, e secondo alcuni degli avvocati ascoltati a margine del fatto, al solo scopo di tentare di far ricadere la colpa sugli stessi avvocati che durante la notte stanno occupando il tribunale. La reazione di Malinconico e degli altri avvocati presenti è stata piuttosto veemente tanto da minacciare querele per calunnia e chiamando in causa immediatamente dopo lo stesso D’Auria per informarlo sul fatto.

Perciò la funzionaria ha corretto il tiro dapprima dicendo che semplicemente si stavano cercando perché non si trovavano e in seguito annunciandone il ritrovamento pochi minuti dopo. Poi tutto è rientrato anche se il clima è stato piuttosto teso per diversi momenti. Certo è che su questi fascicoli e il loro trasferimento si gioca tutta la partita. Anche perchè nel frattempo il personale ancora ieri al lavoro alla sede di Gaeta, già dalla mezzanotte passata fa parte dell’organico del tribunale di Cassino.

E quanto accaduto ieri, come riportato e ribadito dallo stesso Malinconico, è avvenuto come un atto di forza privo di qualsiasi volontà di mediazione, da parte dello Stato, del ministero e dei singoli funzionari locali che, con l’obiettivo di compiere al meglio le disposizioni ricevute dall’alto, nell’esercizio delle proprie funzioni, rischiano di oltrepassare il limite..

 

 

 

 

 

 

 

 

***ARTICOLO CORRELATO*** (Gli avvocati occupano il tribunale di Gaeta per dire “No” alla chiusura – 12 settembre 2013)

***ARTICOLO CORRELATO*** (Gaeta, le tante voci del “No” contro la chiusura del tribunale – 11 settembre 2013)

*** ARTICOLO CORRELATO*** (Imminente la chiusura del tribunale di Gaeta, gli avvocati continuano la protesta – 9 settembre 2013)