LA CASSAZIONE RESPINGE IL RICORSO DELLA D’ETTORRE, CONFERMATA CONFISCA DEI BENI

corte suprema cassazioneRestano i sigilli ai beni sequestrati in via preventiva, al fine dell’eventuale confisca, a Luigia D’Ettorre, moglie del fondano Carlo Zizzo e coinvolta insieme al marito nell’inchiesta dell’antimafia sul narcotraffico denominata “San Magno”.

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso fatto dall’indagata contro i provvedimenti con cui è stato bloccato quel tesoro ritenuto dagli inquirenti frutto di attività illecite.


L’inchiesta “San Magno”, portata avanti dai carabinieri del Nucleo investigativo provinciale di Latina, si è concentrata su un traffico internazionale di cocaina e hashish, che avrebbe avuto come piazze principali di spaccio Fondi, Terracina, Latina e Roma. Al vertice della presunta associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico, secondo la Direzione distrettuale antimafia di Roma, vi sarebbero stati i fratelli Carlo e Alfredo Zizzo.

Trentasei gli indagati alla chiusura delle indagini disposta dal sostituto procuratore Giuseppe Cascini. Secondo il magistrato a collaborare attivamente con Carlo Zizzo sarebbe stata “sposetta”, come veniva chiamata dal marito Luigia D’Ettorre. Tra ottobre e novembre dello scorso anno sono stati sequestrati alla donna beni immobili a Fondi, una Smart, una quota della società “La Sapienza srl”, conti di deposito a risparmio e un conto corrente.

Un provvedimento preso dal gip del Tribunale di Roma, al fine dell’eventuale confisca, ritenendo il reddito dichiarato dai coniugi Zizzo irrisorio rispetto ai beni posseduti e considerando così il patrimonio frutto di attività criminale. I sequestri sono stati confermati dal Tribunale del Riesame di Roma e ora dalla IV sezione penale della Corte di Cassazione.