Rifiuti tossici anche a Latina, Gaeta e Scauri. L’audizione secretata di Carmine Schiavone

Carmine Schiavone
*Carmine Schiavone*
*Carmine Schiavone*

“Per quanto riguarda i rifiuti, noi arrivavamo fino alla zona di Latina, borgo San Michele e le zone vicine erano già di influenza bardelliniana, perché avevano società che vendevano nella zona di Latina assieme ai Diana. Dopo la guerra del 1988 contro i Bardellino, Arrivammo noi. Io e mio cugino avevamo comprato un’azienda che mi sono fatta sequestrare perché era ‘sporca’, proprio nella zona di Latina”.

A pagina 18 delle dichiarazioni rese da Carmine Schiavone alla Commissione parlamentare sulla gestione dei rifiuti tossici che risale a ben 16 anni fa, il boss dei Casalesi racconta di come Latina e provincia fossero direttamente coinvolte dall’interramento dei rifiuti pericolosi. Specificando che si tratta di fatti che risalgono “dal 1988 a salire. Già prima, però, gestivano i Bardellino”.


Ed il Presidente su quest’ultimo punto si è soffermato per mettere l’accento sul fatto: “Se ho ben compreso lei sta dicendo che lo smaltimento illegale dei rifiuti in provincia di Latina avveniva già prima del 1988”. E Schiavone: “Anche a scendere giù, cioè non solo a Latina, ma anche a Gaeta, Scauri ed altre zone”.

E per circoscrivere l’area interessata dalla presenza di insediamenti di rifiuti tossici il Presidente ha ripetutamente esortato il collaboratore di giustizia a delineare “fino dove si spingeva?”. E Schiavone ha risposto: “Fino a Latina, perlomeno così sapevo. Fino al 1992 noi arrivavamo a Latina”.

Sul tipo di rifiuti interrati Schiavone precisa si trattava di “fusti contenenti tuolene, ovvero rifiuti provenienti da fabbriche della zona di Arezzo: si trattava di residui di pitture… i rifiuti venivano anche da Massa Carrara, da Genova, da La Spezia, da Milano…Vi erano molte sostanze tossiche, come fanghi industriali, rifiuti di lavorazione di tutte le specie, tra cui quelli provenienti da concerie. Vi era inoltre qualche camion che veniva dall’estero”.

Le informazioni riportate rappresentano solo una piccolissima parte delle 63 pagine di dichiarazioni di Carmine Schiavone – e fino ad oggi secretate data la gravità – rese nella seduta del 7 ottobre del 1997 alla presenza del presidente Massimo Scalia e del deputato Gianfranco Saraca, dei senatori Giovanni Lubrano Di Ricco, Roberto Napoli e Giuseppe Specchia. Un’audizione fiume del collaboratore di giustizia boss del clan di Casal di Principe davanti alla commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse finalmente rese pubbliche. Oggi, una decisione dell’ufficio di presidenza della Camera, presa all’unanimità, ci restituisce la verità di Carmine Schiavone: notizie circa l’inizio dell’attività, il collegamento dei Casalesi con le ditte, l’area interessata dal seppellimento dei rifiuti, la provenienza dei rifiuti, gli altri clan coinvolti.

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